Disinformazione e furbizie napoletane. Ma le farneticazioni grilline sono vere e proprie tattiche di guerra

Settimana scorsa l’assessore partenopeo Antonella Di Nocera ha preso alcune misure per migliorare l’accoglienza e la sicurezza dei turisti nel porto di Napoli. Tra i provvedimenti attuati la creazione di una nuova segnaletica per indicare i percorsi pedonali verso i principali monumenti della città.

Dopo solo otto giorni la maggior parte dei cartelli risulta contraffatta allo scopo di sviare i turisti verso zone occupate da venditori abusivi, scippatori e truffatori di ogni tipo.

Dopo le scontate battute sulle “napoletanità” dell’operazione, che mi colpisce, è il fatto che si tratta di una tattica di guerra. La impiegarono i tedeschi dopo lo sbarco in Normandia, l’ho vista con i miei occhi in alcuni villaggi della ex Iugoslavia, ne ho subito le conseguenze in un paese dell’Est schiacciato dalla dittatura.

Disinformazione e guerra sono legate dalla proprietà transitiva: dove c’è l’una c’è l’altra e viceversa.

Per questo quando leggo, solo per ricordare i fatti più recenti, le farneticazioni grilline sull’intreccio mafia, Cl e Cdo o le bestialità republicone sui finanziamenti neonazisti al Duomo di Milano non mi viene di pensare a “furbizie napoletane” quanto piuttosto a vere e proprie tattiche di guerra.

@MolonFranco

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5 commenti

  1. francesco taddei

    continuate pure a dare la colpa agli ufo. un’autocritica mai?

  2. ragnar

    Per la serie, Napoli nel bene e nel male non si smentisce mai…

    1. Alessandro

      Alcune osservazioni:
      1 Lei è mai stato in quella zona?
      2 La zona indicata è la più controllata dalla polizia.
      3

      1. ragnar

        Io fortunatamente sotto la linea gotica ci sono stato pochissime volte e non sono mai andato più giù di Roma. Non oso immaginare come sono i bassifondi africani…
        Seriamente, non sono mai stato a Napoli, però la cosa non mi stupisce

        1. Mappo

          Io quando ero a Benevento alla scuola allievi carabinieri (25 anni fa,un’era geologica) a Napoli avevo la morosa. Certo che comunque Napoli è una città strana a dir poco, girando per le sue strade in divisa (per gli allievi la divisa era obbligatoria anche in libera uscita) ti beccavi sempre un bel po’ di insulti, il più carino era “sbirro infame” e una volta ho dovuto schivare un sacchetto dei rifiuti tiratomi da qualche balcone. Una volta poi, preso da una crisi di astinenza andai a cercare la sede di CL di Napoli, mi sembra che fosse in una via tipo S. Biagio di librai o qualcosa del genere (la memoria incomincia a zoppicare), la trovai chiusa. Poi un paio di giorni dopo in caserma leggendo il giornale scopri che pochi minuti dopo che ero passato, nel cortile dove c’era la sede avevano ammazzato due tizi. Spesso mi sono chiesto cosa mi sarebbe successo se mi fossi affacciato in quel cortile in divisa,( ma disarmato, ero solo un allievo) con un ritardo di qualche minuto.

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