«Disastro ecologico» in Centrafrica per colpa della Cina alla ricerca di oro

Di Leone Grotti
03 Agosto 2019
L'analisi scientifica delle acque del fiume Ouham conferma livelli altissimi di mercurio. Il missionario padre Aurelio Gazzera l'aveva denunciato ad aprile e il governo in cambio l'aveva arrestato e accusato di essere un trafficante d'oro

Gli hanno sparato, l’hanno arrestato, l’hanno accusato di essere un trafficante d’oro. E invece avrebbero dovuto ascoltarlo prima. Se non fosse stato per la pervicacia di padre Aurelio Gazzera, missionario carmelitano a Bozoum dal 2003 (ma è nel paese dal 1992), il governo del Centrafrica non avrebbe mai scoperto che i lavori di quattro aziende cinesi sul fiume Ouham alla ricerca di oro hanno già inquinato le acque in modo spaventoso.

«DISASTRO ECOLOGICO»

Il laboratorio Lavoisier di Bangui, sostenuto dall’Unesco, ha infatti analizzato i campioni di acqua prelevati a giugno dal fiume, rintracciando una concentrazione di mercurio da quattro a 26 volte superiore il limite ammissibile, riporta l’Afp. Il rapporto della commissione di inchiesta parlamentare aveva già denunciato il «disastro ecologico» e raccomandato di interrompere immediatamente lo sfruttamento minerario del sito. Interrogati dalla commissione, i rappresentanti cinesi avevano negato di utilizzare il metallo tossico nelle miniere di Bozoum.

Domenica il ministro Léopold Mboli Fatrane deputato alla supervisione delle estrazioni minerarie aveva contestato i risultati della commissione, affermando che era necessario «attendere i risultati delle analisi scientifiche», pur riconoscendo che i cinesi non hanno fatto nulla di quanto promesso per salvaguardare l’ambiente.

CONTAMINATI ACQUA E ANIMALI

Il mercurio, secondo il rapporto scientifico, contamina non solo l’acqua ma anche gli animali che si abbeverano al fiume, col rischio di provocare gravi danni alla salute della popolazione di Bozoum, 20 mila abitanti circa. Aveva dunque ragione padre Gazzera, che ad aprile aveva denunciato lo scempio dopo essersi recato sul cantiere cinese e per questo era stato brevemente arrestato, per poi essere liberato soprattutto grazie alla popolazione locale, insorta in sua difesa.

In cambio della concessione dello sfruttamento del sito, i cinesi avevano promesso di salvaguardare l’ambiente e di costruire una scuola, un dispensario e diversi pozzi a Bozoum. Invece non hanno fatto nulla, depredando il sottosuolo e le risorse del paese africano, già piegato da una lunga e sanguinosa guerra.

LE INCREDIBILI ACCUSE A PADRE GAZZERA

Padre Gazzera era anche stato accusato dal premier Firmin Ngrébada di «essere un trafficante d’oro, invidioso dell’arrivo dei cinesi» perché la loro attività lo avrebbe privato del «monopolio del traffico». Accuse infamanti per un missionario che in 16 anni ha costruito per la popolazione una chiesa appena ampliata, un complesso scolastico dall’asilo fino al liceo, frequentato da oltre mille alunni, un orfanotrofio, una scuola per il lavoro femminile, una fiera agricola, una falegnameria e una cassa di risparmio e di credito, l’unica della regione e una delle poche in tutto il paese, che ha già duemila clienti e concede microprestiti per aprire attività commerciali e agricole.

Come già dichiarato dal missionario a tempi.it, «il problema della corruzione è enorme e le immense risorse del Centrafrica dovrebbero arricchire la gente, non le società straniere. Come Chiesa faremo qualcosa, bisogna partire dall’informazione».

LO SFRUTTAMENTO CINESE

Lo scandalo di Bozoum dimostra non solo la corruzione e l’incuria dei governi africani, ma anche il modus operandi della Cina, che non fa nulla per sviluppare l’Africa ma la sfrutta per depredarla, danneggiandola. Le imprese cinesi, spinte dal governo a produrre ricchezza senza freni o limiti, non si comportano in modo diverso in patria dove ogni anno esplodono più di 50 mila proteste solo per ragioni ambientali, che vanno dalla contaminazione delle falde acquifere, all’inquinamento del sottosuolo fino alla deforestazione.

@LeoneGrotti

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