
Dio ride dei nostri piani, Giavazzi di quelli di Padoa-Schioppa
«Può sembrare strano che in un giorno così importante per l’Europa, per l’Italia e la pace in Medio Oriente ci si occupi di Silvio Berlusconi a Rimini» scrive Antonio Padellaro sull’Unità (26 agosto). Ma come strano. La ricerca psicologica ci ha ben insegnato come funzionano le fissazioni.
´´´ «Gruppi imprenditoriali fortemente presenti nella vita pubblica italiana che non vogliono essere ridimensionati da quella alleanza, sponsorizzano una campagna moralizzatrice, dal forte carattere antipolitico, che sostiene acriticamente l’azione della magistratura» scrive sull’Unità – riferendosi al Caf, il patto tra Craxi, Andreotti e Forlani («quell’alleanza») – Luciano Violante (26 agosto). A tratti l’articolo di Violante sembra prendere un corso alla Günter Grass (quello dell’ultima fase). Poi, però, si ritrae.
´´´ «Il primo comandamento per qualunque giornale è quello di vendere più copie» dice James Ellroj alla Repubblica (28 agosto). Non conosce bene il Corriere della Sera. ´´´ «Quando un amore finisce ciascuno rimprovera all’altro di non essere come l’aveva immaginato, mentre in realtà gli rimprovera di essere ciò che era» scrive Francesco Alberoni sul Corriere della Sera (28 agosto). Casini e Berlusconi? ´´´ «Ho imparato che quando tu pianifichi, Dio ride». Dichiarazione raccolta dalla Stampa (28 agosto). Francesco Giavazzi a Tommaso Padoa-Schioppa? No, Sandra Bullock sul desiderio di avere bambini. ´´´ «Dobbiamo distinguere tra una crisi oggettiva, intesa come dato di fatto, e una crisi del nostro atteggiamento verso la crisi» dice Umberto Eco alla Repubblica (29 agosto). Negli antichi tempi delle volgarità goliardiche, circolava una battuta sul fatto che alcuni comportamenti oltre a una certa soglia dovessero essere considerati atto masturbatorio. Chissà perché quell’antica e volgare battuta torna in mente leggendo questa frase di Eco. ´´´ «Certamente il riconoscimento che la linea giusta fosse quella di Nenni mi fa piacere» dice Giorgio Ruffolo all’Unità commentando l’autocritica napolitaniana sull’Ungheria (30 agosto). Ma anche Giuseppe Saragat aveva ragione su Pietro Nenni, e Filippo Turati su Antonio Gramsci. Bisognerebbe trovare un modo un po’ meno “per personaggi” per fare i conti con la storia. Altrimenti si arriva alle ragioni di Remo su Romolo. ´´´ «Under islamic laws imposed by gen Zia Ul-Haq in 1979, women must produce four adult muslim male witnesses to prove an act of rape» (In base alle leggi islamiche approvate dal generale Zia Ul-Haq nel 1979, le donne devono produrre almeno quattro maschi musulmani come testimoni per provare un reato di stupro) scrivono Isambard Wilkinson e Ashraf Alì sul Daily Telegraph (29 agosto). La pratica dello stupro sarà anche figlia del patriarcalismo maschile. Ma c’è chi è più patriarcale di altri. ´´´ «Estas declaraciones alertaron al ministero de Asuntos exteriores español, para el que las afirmaciones sobre l’Eta, aunque “profundamentes erradas”, habien sido realizadas “desde el desconocimiento, pero no desde la mala fe”» (Queste dichiarazioni hanno allarmato il ministero degli Esteri spagnolo, secondo il quale le affermazioni sull’Eta, per quanto profondamente errate, sono state fatte per ignoranza però non con mala fede). Così un articolo del Paìs sulla comparazione tra Eta ed Hezbollah fatta da Massimo D’Alema (30 agosto). Strano. Che D’Alema faccia delle affermazioni profondamente errate non è una novità: ma per ignoranza invece che per mala fede. Questo sì che è inusuale. ´´´ «Il cristiano accoglierà con benevolenza anche una confessione piuttosto in ritardo» scrive Karl Lehmann, presidente della Conferenza episcopale tedesca, sull’Avvenire accennando al caso Grass (30 agosto). Santa pazienza dei pastori della Romana Chiesa: sessant’anni diventano un “piuttosto”.
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