Debiti della p.a., lo Stato invita le amministrazioni a non pagare prima di un anno
Debiti della pubblica amministrazione, pagati solo 1,2 miliardi di euro alle imprese edili sugli oltre 13 miliardi che le imprese del settore domandano allo Stato. Lo denuncia l’Associazione nazionale dei costruttori edili (Ance) che oggi a Roma sono riuniti per l’assemblea annuale. Un’inezia, insomma, è stata pagata se commisurata allo stock totale di debiti della p.a. che ammontano complessivamente a 120/130 miliardi secondo la Cgia di Mestre, poco più di 90 miliardi invece secondo la Banca d’Italia. Oltretutto, come ricorda il Sole 24 Ore, «ci sono almeno 5,3 miliardi di euro bloccati nelle casse dei comuni dai vincoli del patto di stabilità interno» che potrebbero essere spesi a beneficio delle imprese.
OTTO MESI. In particolare, il ritardo medio nei pagamenti alle imprese edili, stima l’Ance, ha già raggiunto i 253 giorni, poco meno di otto mesi. Otto volte il termine di 30 giorni massimo tassativamente richiesto dalla direttiva Ue per ultimare i pagamenti e richiamato dal decreto. E quel che è peggio, spiega il Corriere della Sera, è che c’è il rischio che il pagamento dei nuovi debiti che la p.a. ha già contratto nei primi mesi del 2013 possa scavalcare quelli arretrati proprio per effetto delle tempistiche più strette previste dalla legge. Con la possibilità che così i ritardati pagamenti del passato si protraggano ulteriormente nel tempo.
RITARDATE PURE. Può sembrare strano, ma è lo Stato che chiede alle amministrazioni di ritardare i pagamenti. L’Ance, infatti, come anticipato oggi da Sergio Rizzo sempre sul Corriere, «cita una circolare della Ragioneria generale dello Stato, secondo cui i crediti a valere sui cosiddetti residui passivi “parenti”, cioè le somme non spese in via di eliminazione dal bilancio pubblico, vanno pagati a un anno (un anno!) dalla presentazione dell’istanza». E ancora: «La stessa Ragioneria, alle prese con le comunicazioni da inviare entro il 30 giugno alle imprese sulla data di pagamento prevista per gli arretrati, ha stabilito che “in caso di dubbio sulla data è meglio non effettuare alcuna comunicazione”».
IL TOTALE. In tutto la somma delle domande inevase ricostruite dall’Ance ammonta a 13,3 miliardi di euro: oltre ai 5,3 miliardi di richieste per l’allentamento del patto di stabilità, precisa infatti il Sole, ci sono 2,2 miliardi di eccedenze di richieste di liquidità presentate dagli enti locali alla Cassa depositi e prestiti ma che non hanno ottenuto risposta; 5 miliardi di eccedenze di richieste inevase di anticipazioni di liquidità alle Regioni e altri 800 milioni di debiti fuori bilancio dello Stato.
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