
De Benedetti è uscito a fare shopping e s’è comprato un’isola: la Sardegna
Ecco tre episodi di una storia che andrebbe opportunamente indagata.
1. Il 19 novembre la società Management&Capitali di Carlo De Benedetti annuncia di aver investito 60 milioni di euro in un prestito obbligazionario a Tiscali, della durata di 5 anni (al tasso del 6,75 per cento), rimborsabile in azioni Tiscali di nuova emissione, con prezzo di conversione stabilito in euro 2,70 ad azione. «Con questa operazione – dice il comunicato di M&C – la società intende supportare la crescita e lo sviluppo di Tiscali in Italia e nel Regno Unito». Tiscali è di Renato Soru, governatore Pd della Sardegna. Quattro giorni dopo il Comitato di redazione del quotidiano La Nuova Sardegna ricorda che De Benedetti è anche editore del gruppo l’Espresso-Finegil, di cui La Nuova Sardegna fa parte. Quindi, «esprime preoccupazione per i risvolti che l’accordo societario Soru-De Benedetti potrebbe avere sulla trasparenza, l’obiettività e l’imparzialità dell’informazione del giornale». Cinque giorni dopo si fa sentire Maria Grazia Caligaris – che dalla maggioranza Soru è passata al gruppo misto – la quale chiede si attivi la Commissione informazione del Consiglio regionale «per conoscere i contorni e le finalità dell’accordo tra Tiscali e la M&C». Dice l’onorevole: «Tiscali ha in corso investimenti nel settore dell’informazione multimediale mediante l’utilizzo di internet e della telefonia mobile di nuova generazione; la Regione non ha ancora istituito l’Autorità per le telecomunicazioni; la Giunta regionale, nonostante la scadenza ormai prossima del 31 dicembre – così come stabilito dalla legge finanziaria 2007 e dopo continui immotivati slittamenti – non ha ancora organizzato la conferenza dell’informazione».
2. A settembre viene pubblicato il “report censuario” di Audiweb, soggetto che riunisce gli editori del web e che rappresenta le aziende che investono in pubblicità. Il “report” indica i dati sui visitatori dei siti internet. Emerge in chiaro (nei precedenti “report” non veniva indicata) la certificazione di Tiscali Advertising (divisione di Tiscali Italia Spa) come “Concessionaria pubblicitaria” del sito Ansa.it. Agenzia che, quotidianamente, rilancia selezionatissime notizie – indovinate con quale approccio rispetto a Soru – nel portale internet della Regione Sardegna. Domanda: è un caso che Mario Rosso, amministratore delegato dell’Ansa, sieda anche nel consiglio di amministrazione di Tiscali?
3. Gli articoli 15 (comma 7) e 24 (comma 1) della Legge finanziaria n. 2 del 2007 prevedono lo stanziamento di qui al 2009 (almeno) di complessivi 25 milioni di euro l’anno per finanziare l’installazione di impianti fotovoltaici finalizzati alla produzione di energia rinnovabile e di pannelli solari per la produzione di acqua calda per usi domestici o industriali. Tre i soggetti destinatari di tali incentivi: enti pubblici, privati ed imprese. Tra il maggio e l’ottobre del 2006 una società presenta alla Regione alcuni progetti per la realizzazione di complessivi quattro impianti fotovoltaici da 1 Megawatt cadauno. Due a Villacidro, uno a Marrubiu e l’ultimo a Macchiareddu. Con la velocità della luce, tra il dicembre 2006 e il febbraio 2007, tutti i progetti passano le forche caudine della Valutazione d’Impatto Ambientale (Via). Il Servizio della Sostenibilità Ambientale e Valutazione Impatti (Savi) della Regione Sardegna, non rilevando impatti negativi, ha ritenuto già in fase di screening, sulla carta, di escludere tali interventi dalla prevista procedura di Via. Successivamente, a tutto il 24 luglio 2007, altri 14 distinti progetti vengono presentati alla Regione per la realizzazione di identici impianti fotovoltaici. Ma la giunta regionale li boccia tutti. Secondo la delibera regionale questi progetti non rispettano «precisi indirizzi» del Piano paesaggistico regionale. Quando sono stati deliberati i “precisi indirizzi”? Il 26 luglio 2007, con delibera n. 28/56. Cioè tre giorni dopo la presentazione dell’ultimo dei 14 progetti poi bocciati! Non è stupendo, tutto ciò?
Ps. A chi appartengono i quattro fortunati progetti approvati alla velocità della luce in febbraio dalla giunta Soru? La società si chiama Soluxia e il proprietario è un certo Rodolfo. Il quale è solo figlio di Carlo De Benedetti. La Soluxia fa capo a Sorgenia, di cui Rodolfo De Benedetti è presidente (e con cui Legambiente collabora stabilmente). Chi è il proprietario della Sorgenia? Esatto, è una controllata della Cir di babbo Carlo De Benedetti, e il figlio Rodolfo ne è amministratore delegato. Però, i contributi regionali su cui mettere il cappello valgono la “candela”. Oddio, meglio dire il “pannello”.
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