Il Tribunale di sorveglianza di Roma ha rifiutato l’affidamento ai servizi sociali per Totò Cuffaro, l’ex governatore della Regione siciliana. Cuffaro sconta la condanna definitiva per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra dal gennaio 2011 nel carcere romano di Rebibbia: quando il 22 gennaio la Cassazione ha emesso la condanna, l’allora senatore si è presentato spontaneamente al carcere, senza attendere che il Senato votasse per la sua decadenza. È stato anzi lo stesso Cuffaro a presentare le dimissioni da Palazzo Madama, accolte il 2 febbraio di quell’anno.
IL PERMESSO RESPINTO. La richiesta di affidamento ai servizi sociali era stata presentata poco tempo fa dai difensori del politico, e il 18 dicembre il procuratore generale di Roma aveva consegnato al tribunale di sorveglianza parere positivo per la concessione della misura. Oggi il Tribunale l’ha rigettata e la motivazione dei giudici starebbe nella mancata collaborazione di Cuffaro alle indagini. L’ex governatore della Regione siciliana si è sempre professato innocente. Gli avvocati Maria Brucale e Giovanni Vaccaro avevano osservato che il loro assistito non è stato condannato per associazione mafiosa o per concorso esterno, ma per favoreggiamento aggravato dall’agevolazione di Cosa nostra e in questi casi i paletti sono meno rigorosi.