
Crocetta annuncia i primi provvedimenti, ma non ha ancora una maggioranza all’Ars
Il primo gesto è stato simbolico: sabato, quando si è insediato ufficialmente, il neo presidente Rosario Crocetta ha ricevuto dal predecessore Raffaele Lombardo un orologio d’oro e diamanti, donato alla Regione siciliana dal sultano dell’Oman. Crocetta ha deciso di venderlo per donare l’intero ricavato al Centro di don Pino Puglisi, il prete palermitano del quartiere periferico di Brancaccio ucciso dalla mafia.
La domanda che incombe sul futuro dell’isola è se Crocetta riuscirà a trasformare i suoi gesti simbolici in buone prassi quotidiane, in un’amministrazione più efficiente e vicina al cittadino. Per il momento ogni previsione è impossibile, un po’ come lo è ipotizzare quale sarà la squadra del nuovo governo regionale. Tanti i nomi in ballottaggio, ma Crocetta ha spiegato che solo giovedì 15 presenterà i suoi assessori.
I PRIMI TAGLI. Crocetta ha preferito illustrare subito i primi provvedimenti già pronti per essere approvati in via amministrativa dalla giunta (per l’assemblea regionale, l’Ars, bisogna attendere ancora l’insediamento ufficiale). Le prime parole del neogovernatore sono state una frecciata al M5s, che tanti seggi ha ottenuto alle elezioni, ma che non farà parte della maggioranza di governo. «La nostra sarà una Regione a 7 stelle», ha esordito Crocetta, che intende ottenere una maggioranza sui singoli provvedimenti che verranno votati e non tessere un’alleanza stabile. Poi l’elenco dei tagli presentati dal presidente della regione: via i dirigenti generali esterni (che sono 7, su corpo di 30 super burocrati, e hanno stipendi tra i 200 ai 250 mila euro lordi annui, mentre gli interni si “fermano” a 165 mila euro. A questi si affiancano poi 1600 dirigenti “basic” che drenano una cifra compresa tra 700 mila e 1 milione di euro per quinquennio). Azzeramento di tutte le consulenze (600 i contratti firmati da Lombardo e la sua maggioranza Mpa-Pd-Fli-Udc, per 8 milioni di euro spesi dal 2008 a oggi, malgrado la pletora di 20 mila dipendenti regionali). Poi: riduzione del gabinetto del presidente (da 11 a 8 quelli del suo ufficio, da 8 a 6 quelli della segreteria tecnica e da 6 a 4 quelli della segreteria particolare), tagli del 30 per cento delle missioni e degli straordinari, tagli al parco macchine e via al car sharing: gli assessori condivideranno le auto blu. «Per la prima volta – ha aggiunto – il patto di stabilità sarà internalizzato nel bilancio regionale. Saremo rigorosi, ma il patto andrà ridisegnato perché non può essere un massacro sociale».
Tra i tagli, significativo quello definitivo delle 13 società in liquidazione da oltre 20 anni (ma non ancora liquidate) che finora costano alla regione 1 miliardo di euro ogni anno: «Bastava poco per recuperare un miliardo e non mandare in affanno comuni e imprese. Del patrimonio se ne potrà occupare, senza costi aggiuntivi, qualche dirigente regionale senza incarico» ha spiegato il presidente. Verranno invece sbloccati per i prossimi cinque anni 100 milioni di euro l’anno per i comuni dal Fondo di rotazione delle autonomie locali (che saranno restituiti alla regione in 20 anni) appositamente per affrontare le emergenze rifiuti che stanno colpendo centri piccoli e grandi. Da oggi Crocetta è in missione a Bruxelles, per sbloccare i fondi europei e poi sarà a Roma per ricontrattatare il patto di stabilità.
MUSUMECI: «COLPITO DA FUOCO AMICO». Domenica a Caltanisetta, il candidato alle regionali del Pdl Nello Musumeci ha dato un’analisi attenta della sconfitta del centrodestra: «Purtroppo la nostra mancata vittoria è stata condizionata da fattori esterni e interni, a cominciare dal fuoco amico di chi per colpire Alfano ha cercato di delegittimarmi per finire con la condanna di Berlusconi, la prima, giunta a sole 48 ore dal voto. È venuto a mancare in modo rilevante l’elettorato di centrodestra e il voto d’opinione che ci avrebbe premiato. Per soli 70 mila voti si è riconsegnata la Sicilia allo stesso gruppo affaristico che ne ha deciso le sorti negli ultimi 3 anni. Faremo ora un’opposizione e con entusiasmo nei prossimi mesi lavoreremo per rilanciare il centrodestra».
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Anch’io voglio anrade in Sicilia!!!! Io sono umbra, la mia terra sec, mi piace, ma fino a un certo punto. Cos’e8 che amo? Le dolci colline che occupano la vista ovunque ti volti, vicine e verdi, o lontane e azzurre che quasi si confondono con il cielo. Amo il lago, cosec azzurro, e l’aria che si respira nei suoi dintorni. Amo i borghi medievali, cosec antichi e affascinanti. Amo i boschetti, le rocche, i castelli.Eppure Eppure me ne andrei, se solo potessi. Questa terra mi sta stretta, e8 come se mi mancasse l’aria. Ho davvero bisogno di andarmene, di vedere posti nuovi. E l’Italia ne e8 piena. Posti come la Sicilia, che da sempre desidero visitare, la Calabria, le Alpi Spero di poterci riuscire un giorno