
Cristiada. Mille persone alla prima italiana con Tempi. «Un film da far vedere nelle scuole»

C’era un pienone di gente imprevisto ieri sera alla “prima” italiana di Cristiada organizzata da Dominus Production e promossa da Tempi al multisala Uci di Milano Bicocca. Tra le prenotazioni raccolte nei giorni precedenti e gli spettatori aggiuntisi senza preavviso, si sono accalcate quasi mille persone, tante da costringere il cinema non solo a spostare all’ultimo minuto la proiezione nella sala di massima capienza, ma anche a predisporne in fretta un’altra per consentire a tutti (sebbene con qualche inevitabile disagio) di assistere all’evento.
LA STORIA SCONOSCIUTA. Prima della proiezione, patrocinata dalla Regione Lombardia (presente in sala l’assessore alla Cultura Cristina Cappellini) e dal Comune di Milano, sono intervenuti, oltre al direttore di Tempi Luigi Amicone, l’assessore alla Cultura della città Filippo Del Corno, la dottoressa Alessandra Kustermann, primario del pronto soccorso ostetrico ginecologico della clinica Mangiagalli di Milano, e lo storico Arturo Iannacone, autore del saggio Cristiada. L’epopea dei Cristeros in Messico (Lindau). Ad accomunare gli interventi di Del Corno e della dottoressa Kustermann la significativa ammissione che prima dell’invito alla serata di ieri nessuno dei due aveva mai sentito parlare della persecuzione dei cattolici in Messico e della guerra dei Cristeros.
«DA FAR VEDERE ALLE SCUOLE». Del Corno, che ha voluto a propria volta patrocinare l’evento con l’assessorato di cui è titolare, ha sottolineato l’importanza del “patrimonio cognitivo” come arma di difesa dell’umanità rispetto agli orrori di cui è disseminata la storia e in particolare alla loro ripetizione. L’assessore ha fatto in proposito esplicito riferimento alle violenze in atto contro i cristiani in Medio Oriente. Anche la dottoressa Kustermann ha avvicinato la storia del Messico all’attualità dell’Iraq e della Siria, sottolineando – pur da un punto di vista lontano e spesso opposto rispetto a quello di Tempi – l’importanza di difendere incondizionatamente tutte le libertà, compresa la libertà religiosa, ed esprimendo l’auspicio che le opere come Cristiada siano «mostrate nelle scuole dei nostri figli».
Leggi anche la nostra recensione del film e le interviste esclusive al protagonista Andy Garcia e al produttore Pablo José Barroso.
Articoli correlati
11 commenti
I commenti sono chiusi.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!
L’ assessore che non vuole la “ripetizione degli orrori” perchè non fa qualcosa per impedire che a Milano anarchici e femministe dei centri sociali “occupati”, aggrediscano i gruppi pro-life (con slogan del tipo “I CAV si chiudono col fuoco con gli obiettori dentro”) o le Sentinelle in Piedi?
Arturo Ianacone è un politico. Era Mario Arturo Iannaccone.
Arturo Ianacone è un politico? Era Mario Arturo Iannaccone.
“Cristiada è un film per conoscere, stupirsi, discutere, confutare.” questa è la recensione di un critico sulla della Stampa. E’ una delle più positive, altre parlano di propaganda spudoratamente cattolica, di film arruffato ecc. Positiva, volendo, ma avverte la necessità di “confutare” . Esigenza questa se film è anticattolico, anche spudoratamente (da “Il nome della rosa” ad “Agorà” o “La papessa” ) non si avverte.
Bravo Toni.
Viva el Cristo rey.
Io non sono credente, ma sono felice se voi siete felici.
Anch’io vorrei che tu sia felice, per questo l’altra sera ti ho cercato. Con amicizia Samuele.
Come avresti fatto a riconoscermi? Non porto in testa cappuccio nero, non indosso il grembiule e non tengo in mano un compasso massonico! Con simpatia.
Non è l’abito che fa il monaco, caro Samuele, vestiti come vuoi. Vedrai che ci incotreremo personalmente.
Samuele non ti ho visto. Come fa vedere il film, si capisce nella vicenda messicana del secolo scorso, cosa vuol dire amare CRSTO RE.