Cosa si dice nel Pdl della lettera di Schifani al Foglio

Il nostro elettorato è visibilmente frastornato. Un giorno il Pdl approva l’Imu e il giorno dopo irrompe sulla scena una parte del Pdl, certamente la più chiassosa, che minaccia di scendere in piazza contro l’Imu”. Così il presidente del Senato Renato Schifani è intervenuto in serata nel dibattito interno del Pdl con una lunghissima lettera al Foglio. Un testo molto lungo e articolato, che invita Silvio Berlusconi a mettere ordine nel caos che regna nel partito e a rifuggire da pulsioni movimentiste alla Grillo.

Una mossa che, se non inaspettata, ha gettato nel caos buona parte del gruppo parlamentare. Moltissimi i telefoni spenti, tanti quelli che hanno ammesso candidamente di saperne poco o nulla, altrettanti coloro che, pur disponibili a parlarne, si trincerano dietro l’anonimato.

Anche perché dichiarazioni come “Schifani ha fatto una porcata, non si può intervenire così a gamba tesa in un dibattito di cui si è sempre lavato le mani” sono oltremodo pesanti. Eppure sono in molti che la pensano come l’anonimo deputato. “Il nostro elettorato è salito sull’aventino dell’astensionismo perché non capisce più che cosa vogliamo, perché non vede più nel Pdl né la coerenza né l’affidabilità”, ha detto la seconda carica dello Stato. “Ma lui dove è stato per quattro anni, invece di crogiolarsi nel suo ruolo istituzionale?”, commenta un altro peon. Lo stesso che osserva che la mossa di Schifani sia dettata da una paura personale: “Si allontana da Berlusconi per avvicinarsi ad Alfano, e garantirsi un posto di rilievo nel dopo elezioni”.

Una lettura nettamente rigettata da Marcello De Angelis, parlamentare ex An e direttore del Secolo d’Italia: “Mi sembra una lettura assai fantasiosa – osserva De Angelis –. Anche se non si può fare a meno di notare come siamo in una fase terminale per l’Italia e per la legislatura”. Ma non solo: “Anche il Pdl rischia di disgregarsi, per questo Schifani è uscito dal suo ruolo istituzionale per ribadire cose già note da molto tempo”. E se “Berlusconi deve fare chiarezza su quale sia il suo ruolo in questa fase del partito” e “Alfano deve prendersi le proprie responsabilità”, è pur vero che “sbaglierebbe Schifani se attribuisse le responsabilità della situazione attuale al solo Berlusconi. È il gruppo dirigente a doversi fare un esame di coscienza”.

Stessa lettura di Roberto Cassinelli, esponente di quell’area liberale proveniente dalle fila di Forza Italia che si trova agli antipodi di De Angelis. Pur concordando con Schifani, Cassinelli mette in guardia dal “dare tutte le colpe al Cavaliere”. Per il deputato ex-Fi, “Berlusconi ha commesso degli errori, ma occorre un’assunzione di responsabilità della dirigenza tutta”. Secondo Cassinelli il partito versa in cattive condizioni, ma “c’è un concorso di colpa, non si punti l’indice su un’unica persona”.

“È un momento di grande confusione per i nostri elettori e per tutto il movimento” gli fa eco Isabella Bertolini, deputata azzurra che negli scorsi giorni è stata al centro di indiscrezioni che la volevano in rotta con via dell’Umiltà in direzione Montezemolo. “La nostra gente vuole chiarezza – prosegue Bertolini – perché è frastornata. Su questo concordo con Schifani”. Sul fatto che sia intervenuto nel dibattito politico dopo quattro anni nei quali se n’è tenuto distante non è una sorpresa per la deputata: “È espressione di una parte politica, ed è intervenuto in un momento di grande caos. D’altronde, si pensi a come si è mosso Fini in questi anni”.

@PietroSalvatori

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