Cosa ha detto di così sconvolgente il cardinale Scola per meritarsi il boicottaggio dei fratelli Debenedetti?
La laicità ha poco a che fare con la polemica dell’imprenditore Franco Debenedetti e condivisa (pare) dal fratello Carlo, patron di Cir, Sorgenia e dell’editoriale “L’Espresso – La Repubblica”, che insieme hanno abbandonato la sala dell’incontro. Non sembra peraltro trovare analogie nemmeno con il comportamento dei 5 Stelle, che mesi fa, da consiglieri di Regione Lombardia, addussero scuse più sensate per giustificare il boicottaggio del discorso Scola (che poi seguirono via streaming).
Scola ha osservato che la crisi ha smascherato una grande finzione: «La pretesa di gestire il rischio in modo puramente “tecnico”». Questa gestione, infatti, lascia una «grande distanza relazionale fra i soggetti attivi nel mercato finanziario» e «giunge fino alla perdita di informazioni necessarie per il mercato stesso». La mancanza di una reale relazione fra persone coinvolte, secondo l’arcivescovo, conduce ad una maggiore fragilità del mercato e «permette forme sempre più ampie e sofisticate di manipolazione delle informazioni e delle comunicazioni, piegate a ben determinati interessi spesso di breve respiro».
OLTRE LA PAURA. Scola ha detto che «l’incertezza pur creando disagi e difficoltà, può essere vissuta positivamente». Per farlo «occorre essere disponibili a legarsi reciprocamente e a sostenersi l’un l’altro nel momento del bisogno». «I legami di reciproco aiuto sostengono tutte le società, dalla più piccola – la famiglia – alle più complesse; sostengono anche le attività produttive», ha sottolineato il cardinale.
Scola ha poi messo in guardia gli operatori finanziari dalla paura, associandola ad un’altro vocabolo: «paralisi». Secondo l’arcivescovo di Milano gli operatori finanziari devono «avere il coraggio di essere soggetti capaci di assumersi il rischio di un’azione costruttiva», infatti, ha spiegato, «dove nessuno ha il coraggio di intraprendere azioni rischiose, l’incertezza oggettiva finisce per intrappolare tutti in uno status quo che diventa ogni giorno più problematico». «L’azione rischiosa non è un valore in sé», ha concluso Scola. Occorre che «tale azione sia volta a perseguire un obiettivo “buono” e che sia fondata su una speranza ragionevole, fattori che permettono di non rimanere paralizzati dalla paura».
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17 commenti
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E ti credo che i De Benedetti siano andati in puzza, come si dice a Roma; hanno trascorso una vita a comprare a 10 e vendere a 100, a far fallire aziende ed a comportarsi con disinvoltura nel campo della finanza, sostenuti politicamente da un partito “corretto”.
Hanno Ragione: i Debenedetti non hanno bisogno di prendere lezioni ne di imprenditoria ne di etica da nessuno !!! Vedi Olivetti (vero esempio di sviluppo industriale), Surgenia (buco finanziario mostruoso nonostante i contributi delle nostre bollette energetiche e relativa ricerca di aiuti di stato), Repubblica (“vera” impresa fatto salvo i contributi di stato per l’editoria sulle copie vendute)!!! E scusate se ho dimenticato qualche cosa!!!
Leone 13°nella “Rerum Novarum”auspicava la spartizione degli utili con i lavoratori,dottrina sociale della Chiesa.
Da non dimenticare che De Benedetti è di religione ebraica e cittadino Svizzero.
(evitate il processo alle intenzioni)
sono d’accordo sulla “Rerum Novarum” ma se non si traduce in pratica agli uomini che succede? ci saranno poveri e truffati e allora? non è così da sempre? se non ti entra in testa che quello che fai ne devi rispondere a Qualcuno, allora non cambia nulla. è ciò che io credo mancante nel discorso di Scola.
Come le odiate cooperative, come i dividendi delle azioni.
Ma questo cosa c’entra con la Consob?
E’ un organismo che “dovrebbe” vigilare sulla trasparenza degli investimenti, ma su cosa investire giustamente non mette becco.
E’ il piccolo investitore, il sig. Rossi che decide se massimizzare i propri risparmi, accontentarsi di meno, rimetterci le penne, pensare all’etica quando finanzia qualcuno.
A tutti gli scienziati qui sopra anti-scola… Chi di voi si ricorda di un certo premio nobel a cui fecero anche un film.. Beatiful Mind… Non diceva, su per giù, la stessa cosa di Scola? A volte immagino le vostre facce… Da non dormirci
Lascia stare “Beatiful Mind”: come lo stesso Nash ha chiarito in una intervista rilasciata ad Oddifredi (si, proprio lui… …quell’ateo incallito) la scenetta del film in cui rinunciano a provarci tutti con la bionda è (OVVIAMENTE) una tremenda banalizzazione dei concetti fondanti la Teoria dei Giochi.
Quindi non pensare che abbia vinto il Nobel per l’economia per aver detto “vogliamoci bene e leghiamoci reciprocamente”.
Le regole ci vogliono e vanno fatte rispettare, sia in ambito finanziario che ecclesiale; basta con le soluzioni che danno parole al popolo ed i facili guadagni ai soliti della cricca ! Se qualcuno si è alzato ed ha lasciato la sala, evidentemente gli bruciava il lato B e forse anche altro !
Il mercato libero, inteso senza regole, ha arricchito i piu’ forti, piu’ furbi e piu’ ricchi ed ha impoverito i piu’ poveri… E, per il mio omonimo, forse qualcuno se ne e’ andato perche’ l’idraulico ha colpito nel segno.
Un prete che parla ad un convegno della Consob è come un idraulico che parla ad un convegno di teologia.
Anche perchè alla fine, non essendo esperto del settore, può solo dare vaghe indicazioni generali che inevitabilmente scadono nelle banalità alla “volemose bene” tipo:
«I legami di reciproco aiuto sostengono tutte le società, dalla più piccola – la famiglia – alle più complesse; sostengono anche le attività produttive»
Ecco, provate ad applicare questo concetto al mercato della borsa ove le società sono li per competere, attrarre capitali… …legami di reciproco aiuto? Ma se sono concorrenti!!! bah.
Senza contare che fra il predicare e il fare esiste un abisso e i preti hanno spesso dato pessima prova di se quando si tratta di FARE finanza, da Marcinkus ieri fino alla tormerata gestione con corvi e controcorvi (tutti interni al vaticano poi) dello I.O.R. oggi.
mentre gli “esperti del settore finanziario” ci hanno propinato una crisi a livello mondiale giocando con i nostri soldi e trasformandoli in carta straccia. Tu amico Andrea o non hai letto l’intervento del Cardinale, oppure sei uno dei tanti allocchi colorati di rosso con il cervello fisso su “Repubblica”
Scola si appella ad alti valori morali. ma l’uomo si appella alla propria coscienza, che gli dice di guadagnare di più. se il modo in cui guadagni non risponde ad un’etica, sia legislativa che religiosa allora rimane retorica. le leggi dipendono dai politici, ma se la religione pensa solo alle mense per i poveri e non richiama mai al giudizio divino di quello che facciamo, gli uomini se ne fregano. e domani del discorso di Scola nessuno si ricorderà più.
Però se senti parlare gli economisti, gira che ti rigira, se chiedi che cosa muove l’economia, ti rispondono ….la FIDUCIA.
Pensa la portata di questa variabile e ripesca la parola “paura” nel discorso di Scola.
A me sn discorso molto più sensato di mille tecnicismi che non sanno dove vogliono andare a parare.
…uno dei tanti …. che se stava zitto faceva un favore a tantissimi altri….
Se investi comprando azioni, che cosa ti aspetti?
Che quell’azienda si metta a fare volontariato sociale “aiuto reciproco” (con ditta concorrente? in borsa si compete per attrarre investimenti, cazzarola!) o che massimizzi gli utili e ti faccia guadagnare?
Il predicozzo di Scola è perfetto per il concetto di 5 per mille o per ricevere qualche sorriso e una pacca sulle spalle da qualche squalo della finanza.
Per le società quotate in borsa l’unica cosa utile è che ci sia la massima trasparenza per evitare le catene di S. Antonio alla Parmalat ove il debito viene scaricato sui piccoli investitori e la ricchezza artificialmente prodotta spartita fra banche e fondi di investimento.
Meno ipocrisia, più realismo.
Quanto ai Debenedetti, possono essere antipatici ma non hanno tutti i torti.
Già che ci siamo invitiamo a fare la predica i Realiani o qualche barbuto talebano:
chi lo dice che sono meno titolati a far prediche sull’etica???
In fondo hanno tutti la pretesa di sapere cosa è “giusto&etico per l’umanità”.
Uno dei tanti, guardando il livello di tanti teologi, uno a caso Mancuso, penso che un idraulico ad un convegno di teologi farebbe un figurone, esattamente come il Cardinal Scola ha fatto con gli operatori di borsa e lasciatelo dire da uno che è del settore (non idraulico, ma finanziario)
I Debenedetti non hanno bisogno di lezioni di etica da nessuno.
Anche perché non saprebbero che farsene.