COSA FARE PER IL BENE COMUNE?

Ci siamo lasciati su questa rubrica con la domanda aperta di nostri giovani amici che chiedevano: «come possiamo far sì che i nostri percorsi di studi e le nostre scelte lavorative siano in funzione del desiderio e dell’ideale?». Mercoledì sera c’è stata a Milano un’assemblea di “CdO persona” sul tema “Quale responsabilità dopo le elezioni” con Mario Sala, neoeletto al Consiglio regionale, e Aldo Brandirali, assessore allo sport di Milano. Sono intervenuti all’inizio esponenti di mondi che operano nella vita sociale e professionale della nostra città come Medicina&Persona, il Banco Farmaceutico e il Banco Alimentare. Questi soggetti, a differenza di un certo mondo corporativo italiano, non si chiedono: “Cosa ci guadagno a sostenere una certa proposta politica e sociale?”. Si fanno invece un’altra domanda: “Come possiamo contribuire al bene comune? Come possiamo rendere migliore la nostra vita e quella altrui con quello che facciamo quotidianamente?”.
Non è un caso allora che si avverta qualcosa di nuovo, una vitalità simile a quella di paesi emergenti dove la fame spinge gli uomini a cercare e generare freneticamente nuovo lavoro e nuove imprese. Ma senza la stessa violenza e lo stesso disprezzo per la vita umana. A differenza di quei luoghi, qui tutto è profondamente umano: si avverte stima profonda per la vera scienza, realismo, capacità di valorizzare tutto, desiderio di rendere positive condizioni negative, volontà di ricostruire il tessuto umano e sociale, carità e amore all’uomo concreto. Questi tentativi di uomini e donne comuni di tutte le età hanno a che fare con la domanda dei nostri giovani amici: sono esempi in cui si vede che l’ideale vissuto è guida alla vita, che l’amicizia e la fraternità, nella comunità cristiana e tra persone di diversi orientamenti culturali, è esperienza possibile.
Il primo suggerimento ai nostri giovani amici è quindi di non chiudersi in proprie conventicole, accontentandosi di ascoltare passivamente e acriticamente la saggezza di altri, senza volerla approfondire per sé, nella stessa genericità del mondo borghese. Bisogna piuttosto cambiare la propria domanda umana e sporcarsi le mani, accompagnarsi a questi tentativi, coinvolgersi con loro per impararne il segreto, a costo di dare il proprio tempo gratuitamente. Così si potranno imparare a leggere i segni che guidano il proprio percorso professionale.

*Presidente Fondazione Sussidiarietà

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