Così un mondo nuovo è possibile

Di Persico Roberto
24 Luglio 2003
È un uomo che ha sempre girato il mondo con gli occhi ben aperti, Gigi Da Rold

È un uomo che ha sempre girato il mondo con gli occhi ben aperti, Gigi Da Rold. Guarda con la freschezza di che è ancora capace di stupirsi. Osserva, incontra, e racconta. Nella sua ultima fatica, dedicata alla presenza e alle opere dell’Avsi in Brasile, scorrono sulle pagine personaggi incredibili nella loro normalità, e situazioni ai limiti dell’inferno dove una presenza cristiana capace di condivisione sta costruendo un’umanità nuova. Racconta della Rosetta, brianzola da quarant’anni nelle favelas di Belo Horizonte, radice e anima di una quantità impressionante di opere di assistenza e di educazione come fosse la cosa più naturale del mondo («Guardala!» dice il suo amico Enrico Novara, imprenditore di Monza trapiantato fra i carioca, manager delle opere Avsi di urbanizzazione «Non sa neppure il valore di quello che oggi, in realtà, ha messo in piedi»). Di Eduardino, affamato ragazzino delle palafitte di Salvador de Bahia, il girone più profondo dei “dannati della terra”, che innamorato delle chiese lasciate nei dintorni dai portoghesi ci incontra don Giancarlo Petrini, e oggi viene invitato all’Onu a spiegare come si fa la vera “promozione umana”. Racconta del risanamento delle favelas di Belo Horizonte, che il comune voleva radere al suolo e Rosetta e i suoi (prostitute, spacciatori, emarginati di ogni tipo) hanno dovuto difendere coi denti: alla fine la municipalità lo ha indicato come intervento modello. E dell’opera più ambiziosa, la ricostruzione delle infernali palafitte degli alagados di Salvador de Bahia. Che significa ridare agli uomini che ci abitano la coscienza della propria dignità. Ma non si limita a raccontare. Come ogni vero osservatore, Gigi Da Rold giudica. Massacra senza pietà i terzomondismi ideologici, che sbraitano e non risolvono nulla. E riconosce l’origine della novità nella carità cristiana: «La caritativa [gli studenti di Gioventù Studentesca che andavano a giocare con i bambini dei quartieri peggiori, a Milano come in Brasile] non è stato un atto episodico o sentimentale. Ha generato nuovi cittadini che mettono in atto un’organizzazione per creare un’impresa sociale con i mezzi più moderni e anche più sofisticati». Il vero inizio di un mondo nuovo.
Gianluigi Da Rold, Favelas e grande foresta, 162 pp. Marietti 1820, euro 8

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