Contributi per alunni handicappati. La Lombardia dà una lezione allo Stato

Di Tempi
06 Settembre 2007

Una notiziola. Apparentemente. In realtà un altro passo concreto della Regione Lombardia per rendere un po’ più libero questo paese. Si tratta del contributo che il Pirellone ha deliberato a favore delle scuole paritarie che hanno sostenuto spese per alunni portatori di handicap. Un milione e 800 mila euro messi sul bilancio regionale, fino a 4 mila per ciascun alunno. Ma per cogliere appieno portata del provvedimento bisogna fare un passo indietro. Alla legge 62/2000, la legge sulla parità scolastica che l’allora ministro Luigi Berlinguer fece approvare per pavoneggiarsi col mondo cattolico, e che invece era una polpetta avvelenata. Perché, in cambio del riconoscimento verbale del loro ruolo, imponeva alle scuole una serie di condizioni che hanno comportato pesanti costi, senza dare loro l’ombra di un quattrino. Tra queste «l’applicazione delle norme vigenti in materia di inserimento di studenti con handicap o in condizioni di svantaggio»; che vuol dire insegnanti di sostegno, rimozione delle barriere architettoniche, strumenti didattici adeguati. Tutti costi per cui il ministero ha sempre stanziato fondi appositi, ma solo per le scuole statali: ti obbligo a prendere gli alunni con handicap, ma le spese te le paghi da solo. In Lombardia però il diritto allo studio è da tempo un diritto di tutti, la Regione contribuisce a mense e trasporti a chi ne ha titolo, vada in una scuola statale o in un’altra; e non è sacrosanto diritto allo studio il diritto a insegnanti e attrezzature adeguate per gli svantaggiati? Dunque lo finanziamo. Mentre a Roma si scrivono leggi orwelliane e dal palco del Meeting di Rimini il ministro Beppe Fioroni spaccia per vero quello che non è (i contributi statali alle scuole paritarie) e mente sapendo di mentire, a Milano si difende la libertà. Di tutti e nei fatti.

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