
Consultate gente, consultate
Spesso, in provincia, e soprattutto nei piccoli comuni, si vivono dei paradossi. Da un lato la partecipazione elettorale è sempre più scarsa, dall’altra fenomeni di protagonismo di massa si fanno sempre più frequenti. Petizioni contro decisioni amministrative sono all’ordine del giorno. Gli argomenti che suscitano il protagonismo dei cittadini sono i più svariati, ma rispondono sempre ad una comune logica: il desiderio di essere consultati. Le raccolte firme nascono quasi sempre al di fuori dei partiti d’opposizione, i quali spesso non sono neppure in grado di interpretare questo sano protagonismo di popolo. Quando tentano di farlo cadono nella strumentalizzazione o nel burocrate tecnicismo. Il maggior difetto che si imputa alla politica è quello di non tener conto delle problematiche concrete dei cittadini, di operare un solco dialettico tra i bisogni della “gente” e le esigenze della macchina municipale. Di fatto, è la democrazia rappresentativa che viene messa in discussione. Il rapporto di delega, che ogni cittadino con il voto attribuisce agli amministratori, sembra soffrire di limiti strutturali. L’azione dei cittadini risente però di un’impostazione “protestatoria” quasi mai accompagnata da slanci propostivi. Si tenti allora di rendere partecipi i cittadini nel momento delle scelte. Il bilancio comunale, ad esempio, potrebbe diventare lo strumento ideale per consentire il dialogo. Assemblee di quartiere su specifiche aree tematiche potrebbero, da un lato, consentire agli amministratori di comprendere a fondo le esigenze dei cittadini e dall’altro dare l’opportunità a questi ultimi di formulare e proporre soluzioni concrete. Insomma si faccia lo sforzo di avvicinare il cittadino alla politica, altrimenti il futuro sarà inevitabilmente segnato dalla contestataria prassi della “firma contro”.
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