Confindustria: «Fuori dalla recessione, ma i danni sono quelli di una guerra»

Di Chiara Rizzo
19 Dicembre 2013
Il centro studi di viale dell'Astronomia: "Dopo sei anni l'Italia è fuori dalla recessione, ma sono stati persi 1,8 milioni di posti di lavoro e raddoppiati i poveri. Inizia la nuova era della ricostruzione"

Sono «Raddoppiati in sei anni i poveri e le persone senza lavoro. Sono stati persi 1,8 milioni di posti di lavoro»: un bilancio che fa dire oggi al Centro studi di Confindustria «La recessione è finita, ma lascia i danni di una guerra».

“LIEVE CRESCITA”. Presentata stamattina, la relazione annuale del centro studi della confederazione degli industriali  ribadisce la buona notizia, “La profonda recessione, la seconda in sei anni, è finita”, ma aggiunge subito anche che “i suoi effetti no”. Secondo il Centro studi, anzi, parlare di ripresa sarebbe “per molti versi improprio, e rischia di suonare derisorio”. Poi prosegue nell’analisi: “Il Paese ha subìto un grave arretramento ed è diventato più fragile, anche sul fronte sociale”. Uno scenario di macerie e danneggiamenti al tessuto del Paese “commisurabili solo con quelli di una guerra”. Tanto che il monito di viale dell’Astronomia è che la situazione “mette a rischio la tenuta sociale”, e poi prevede che il Pil in questo 2013 annus horribilis rimarrà con un segno meno, -1,8 per cento per l’esattezza, l’anno prossimo crescerà finalmente al +0,7 per cento, e nel 2015 anno dell’Expo arriverebbe al +1,2 per cento.

7,3 MILIONI DI PERSONE SENZA LAVORO. Il dato più drammatico è sicuramente quello sulle persone che non hanno un lavoro o lo hanno part-time e cercano, totalmente o parzialmente, un’occupazione: 7 milioni e 300 mila persone. C’è quindi secondo Confindustria il rischio che il malessere economico di queste persone – il Centro studi le segnala già sul crinale della povertà–  si trasformi  e che “il montare della protesta  si incanali verso rappresentanze che predicano la violazione delle regole e la sovversione delle istituzioni”. Curiosamente, il titolo stesso del rapporto di Confindustria contiene però una proposta per un’uscita da questa situazione, “La difficile ripresa. Cultura motore dello sviluppo”. Gli industriali parlano di “nuova era e di ricostruzione”  dove “accanto alle tante carenze da colmare potranno registrarsi buone carte da giocare sulla competitività internazionali”.

L’ISTAT: “RETRIBUZIONI ORARIE BLOCCATE”. Nelle stesse ore l’Istat diffonde dati negativi sulle retribuzioni contrattuali orarie, rimaste bloccate anche nel mese di novembre ai livelli di ottobre. Dovendo far fronte all’inflazione crescente, nei primi 9 mesi del 2013 anche le retribuzioni orarie erano progressivamente cresciute, segnando un +1,4 per cento rispetto al 2012. Ottobre e novembre invece hanno registrato la stasi, ma l’Istat nello stesso tempo annota che anche i prezzi al consumo, nel mese di novembre sono rimasti quasi bloccati al + 0,7 per cento annuo.

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.