
Cominceranno da Mediaset
Di passaggio a Milano il Presidente emerito della Repubblica italiana Francesco Cossiga ha gentilmente accettato di rilasciarci un’intervista delle sue. Dal giudizio sul Partito democratico agli interventi televisivi dei magistrati, dalle prospettive del centrodestra alla delicata questione del voto dei senatori a vita, il Presidente non si è tirato indietro davanti a nessuna sollecitazione. Fino a rievocare la sua adolescenza e i rapporti coi cugini della storica famiglia comunista Berlinguer.
Presidente Cossiga, Clemente Mastella dice: meglio votare in primavera. È d’accordo? Ci sono alternative al voto anticipato?
Io credo che questo governo durerà ancora. Perché nessuno avrà il coraggio di farlo cadere. E anche perché Silvio Berlusconi non è sciocco e vorrà che questa situazione economica e sociale grave se la sbrighi l’attuale governo. Lui sa benissimo che con molta probabilità, se l’Italia andasse subito alle elezioni, vincerebbe. E quindi toccherebbe a lui gestire questa situazione, ma con una differenza rispetto a Romano Prodi: che il patto sul welfare con lui i sindacati non lo voterebbero mai. E la manifestazione da un milione di persone organizzata dalla sinistra radicale sarebbe di molti più milioni, perché vi si compatterebbe tutta la sinistra, compreso il Partito democratico.
A proposito del neonato Partito democratico. Cosa sarà concretamente? Un partito egemonizzato dalla vecchia cultura politica del Pci, un partito egemonizzato dai dossettiani Bindi-Prodi, un partito socialista di tipo continentale, un partito laburista alla Tony Blair? O invece sarà qualcos’altro, né carne né pesce?
Dunque, sarà un partito socialista di tipo continentale. Non comunista, però egemonizzato di fatto dagli ex comunisti. Perché questo partito è come un tributo ai cattolici democratici. Questo partito è il punto d’arrivo dopo una lunga marcia. I popolari, la piccola pattuglia dei liberali eccetera sono soltanto un’aggiunta, insomma. Compagni di strada.
In una lettera aperta a Walter Veltroni, lei ha scritto che l’Italia nei prossimi anni sarà guidata dal Partito democratico. Cosa glielo fa pensare?
Sarà guidata dal Pd molto probabilmente, se il centrodestra non troverà una forma nuova di aggregazione. Sa cosa ho detto al Cavaliere?
Cosa gli ha detto?
Quando mi ha invitato a pranzo (dovrebbe assaggiare il gelato del suo cuoco, Michele!), dopo che mi ha offerto questo gelato squisito, gli ho detto che o lui trova una formula che abbia un carattere di novità come è il Partito democratico oppure non può andare avanti.
E lui cosa le ha risposto?
Non rispondeva mai. Prendeva appunti.
In un’intervista apparsa sull’ultimo numero di Tempi don Gianni Baget Bozzo ha espresso l’opinione che il Partito democratico ci difenderà dalle istituzioni, che in Italia sono sostanzialmente antidemocratiche. Dalla Corte costituzionale al Quirinale, dalla magistratura alle altre grandi corporazioni, secondo Baget Bozzo il sistema avrebbe un Dna illiberale e dunque costituirebbe una barriera contro ogni vera alternanza democratica. La nascita del Pd è importante perché contribuirebbe ad affrancarci da questa impasse fondata sostanzialmente sull’alleanza tra il dossettismo e la cultura «reazionaria-rivoluzionaria» (così la definisce don Gianni) dell’estrema sinistra erede del Sessantotto. Condivide questa visione?
Può essere che, aspirando alla supremazia totale, il Partito democratico non ammetta più la supremazia del Quirinale, della magistratura, della Corte costituzionale. Al posto di una supremazia, un’altra supremazia. Ci difenderà non perché sia democratico, ma perché aspirando alla supremazia combatte l’altra supremazia. Questa visione, come tutte quelle del mio amico Gianni Baget Bozzo, è una visione originale. Sia io che lui abbiamo aderito al dossettismo, poi l’abbiamo superato. Baget Bozzo era un teocratico, intollerante e integralista. Era un “democratico” tra virgolette, perché lui considerava il popolo (che era il popolo nel senso calvinista del termine: al suo interno c’erano anche i comunisti, perché erano poveri) soggetto comune dello Stato, della società civile e della Chiesa. Tant’è vero che lui era dell’opinione che non fosse possibile una riforma della Chiesa senza una riforma dello Stato, ma nemmeno una riforma dello Stato senza la riforma della Chiesa. Io e lui eravamo dossettiani ma poi non lo siamo più stati.
Sempre Baget Bozzo, nella stessa intervista, afferma che l’unico modo per evitare il declino economico internazionale dell’Italia e il ritorno della violenza politica è un governo di grande coalizione fra il Partito democratico di Veltroni e la Casa delle Libertà guidata da Berlusconi. Che ne pensa?
Teoricamente è vero, ma non sarà mai possibile. Perché l’obiettivo del Pd di Veltroni è la distruzione personale di Silvio Berlusconi. La grande coalizione può essere, ma solo il giorno in cui riusciranno a distruggere Berlusconi, ad esempio attraverso la legge Gentiloni, cioè attraverso la distruzione economica di Berlusconi. Allora con quello che rimane della Cdl sarà possibile che il Pd accetti un’intesa.
Ma secondo lei riusciranno davvero a distruggere il Cavaliere?
La legge Gentiloni è stata scritta per un solo scopo, quello di annientare Mediaset. Tanto è vero che Berlusconi sta diversificando le sue attività economiche, perché sa che Mediaset gliela distruggeranno, insomma. Se lui è intelligente cercherà di spostare i suoi investimenti da Mediaset a qualche cosa d’altro.
Magistrati che sparano a zero sulla classe politica dallo studio di AnnoZero di Michele Santoro. Il “Vaffa day” di un comico che riempie le piazze e viene enfatizzato su tutti i giornali e le televisioni. Libri e inchieste che mettono sotto accusa la “casta” dei politici.
Innanzitutto il fenomeno Beppe Grillo è finito. Poi anche lui capirà che gli conviene ritornare a fare l’attore comico, che ci guadagna assai. Una delle cose che mi preoccupa è che abbia tanto successo AnnoZero. Perché una trasmissione condotta da un anziano signore che si tinge i capelli di biondo e da una bella statuina, una ricca aristocratica di sinistra, il fatto che piaccia la ragazza coccodé, insomma, è una cosa triste. Io la guardo perché mi diverte come mi divertirebbe uno spettacolo tipo Crozza Italia. Mi spiego? Tornando ai magistrati che sparano a zero, comunque, la colpa è stata in gran parte della Democrazia Cristiana, che ha permesso alla magistratura di trasformarsi in potere politico. E adesso tre delle vittime (ma speriamo che non lo siano), Prodi, lo stesso Mastella e Massimo D’Alema, sono vittime perché loro con la controriforma della riforma Castelli hanno rafforzato il potere politico della magistratura. Intendiamoci, però: i giustizialisti non ci sono solo nel centrosinistra. I giustizialisti sono anche nel centrodestra. Ricordo che era Alleanza Nazionale, che comunque nel Dna ha sempre lo spirito del codice fascista Rocco, il partito che durante l’ultima legislatura del centrodestra si è opposto alle riforme che Berlusconi voleva fare.
Siamo alla vigilia di una rivoluzione democratica che rigenererà le istituzioni e il senso civico degli italiani o stiamo assistendo a un’aggressione alla democrazia che sfocerà in un regime di tipo fascista o comunque in un periodo molto torbido?
No. Un regime di tipo giacobita (i giacobiti erano i sostenitori di Giacomo VII, ultimo re cattolico di Scozia e Inghilterra deposto dalla Gloriosa Rivoluzione protestante. Tutti i tentativi di restaurarlo fallirono, ndr).
In un’altra intervista sullo stesso numero di Tempi il direttore di Repubblica Ezio Mauro dice che, nato il Partito democratico, adesso l’Italia ha bisogno di un moderno partito conservatore. E questo Berlusconi, cui pure Mauro riconosce doti di innovatore, non l’ha ancora fatto. Crede anche lei che il paese abbia bisogno di un grande partito conservatore? E il s
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