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Dopo 80 giorni di gogna, Giovanni Toti ha ceduto e rassegnato le dimissioni da governatore della Liguria. Ottanta giorni di arresti domiciliari sebbene non ve ne fossero gli estremi, non essendoci pericolo di fuga, reiterazione del reato, possibilità di inquinamento delle prove. "Ha vinto la procura" e fa abbastanza impressione scriverlo, ma non troviamo espressione più adeguata per definire quello che ai nostri occhi appare come una sorta di ricatto: vuoi essere libero? Dimettiti. Ora l'avvocato del governatore potrà avanzare una nuova istanza di revoca delle misure cautelari.
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La vicenda è emblematica, ma non nuova in un paese dove troppe volte le inchieste sono state usate per colpire politicamente. Gli è stata mossa un’accusa di corruzione che in molti abbiamo giudicato fumosa, non ultimo il Guardasigilli Nordio («ho letto l’ordinanza e non ho capito nulla») e il presidente emerito del...
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