Cofferati promette musei gratis per tutti: ma chi li visita?

Nei giorni scorsi una proposta del primo cittadino di Bologna, Sergio Cofferati, ha fatto il giro dei giornali di tutta Italia. «Musei gratis per tutti» ha promesso durante la conferenza di chiusura d’anno. Come dire: liberati dall’odioso gabello di circa 4 euro per l’ingresso i cittadini accorreranno ansiosi ad affollare le sale di solito mestamente semideserte dei musei cittadini. Subito l’ex ministro ai beni culturali, e noto storico dell’arte Giorgio Paulucci gli ha risposto che era una minchiata, e che non così si risolve il problema dei musei. A Bologna, ad esempio, città ricca d’arte, le presenze nei musei, a causa di una politica balzana della nuova dirigenza che ha allontanato dirigenti capaci e mortificato competenze, ha avuto un calo drammatico. In generale, va detto che se pur l’Italia se la suona se la canta e se la balla d’esser il giacimento culturale più ricco e grande del mondo, il tran tran qutidiano di musei cittadini, pinacoteche, etc è duro e scialbo. Eccezion fatta per i grandi celebri musei o per talune mostre di grande impatto, molti musei campicchiano. Ma per rilanciare il patrimonio d’arte occorre amarlo, e avere nel proprio dna culturale una devozione non puramente estetica al valore della storia romana e cristiana che in quel patrimonio parla. Occorrono idee e passione. Anch’esse frutto di una educazione a cui si è spesso rinunciato.

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