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Vessati di tutto il mondo, unitevi! È questo il messaggio che Xi Jinping sta portando nel suo tour asiatico ai paesi che, come la Cina, sono stati duramente colpiti dai dazi di Donald Trump. Se un tempo i leader che siedono all'ombra del mausoleo di Mao Zedong a Pechino sognavano di unire tutti i paesi dell'Asia (e del mondo) sotto la bandiera comunista, oggi l'obiettivo è uguale ma il vessillo è cambiato: è nel nome della stabilità e contro il comune nemico «unilateralista e protezionista» americano che bisogna serrare i ranghi per rispondere a tono alla sua «prepotenza».
La guerra della Cina ai dazi di Trump
Pace, prosperità, intese «win-win»: sono queste le profferte di Xi a Vietnam, Malaysia e Cambogia, i primi tre paesi messi sulla lista dal leader cinese per cercare di approfittare del clima di disordine e sconcerto causato in tutto il mondo dalla svolta protezionista americana.
Prima di sospendere le tariffe doganali per 90 giorni (salvo un 10% che tocca a tutti indistintamente)...
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