
Per la prima volta un rappresentante legale del Movimento patriottico delle tre autonomie, l’organizzazione statale ufficiale che presiede ai movimenti protestanti in Cina, ha fatto causa al governo comunista per aver violato le proprie leggi e demolito illegalmente la chiesa di Donghu.
DEMOLITA IL GIORNO DI PASQUA
La chiesa, situata a Xining, nella provincia di Qinghai, era stata approvata dallo Stato registrata ufficialmente nel 2003. Dopo diversi tentativi di chiuderla con la scusa del presunto mancato rispetto della normativa antincendio, il 12 aprile scorso, solennità della Pasqua, i funzionari del distretto di Chengxi l’hanno demolita con la forza.
Il 3 luglio, riporta ChinaAid, il rappresentante legale della chiesa, Wang Ruiqin, ha assoldato l’avvocato Lin Qilei per denunciare i funzionari di Xining e Chengxi. Il tribunale amministrativo di Xining si è rifiutato di accettare la denuncia, mentre un secondo tribunale ha bloccato la pratica dopo aver contattato le autorità. Queste, infatti, da un lato hanno negato che Wang sia responsabile legale della chiesa, dall’altro hanno negato che l’istanza di demolire la chiesa sia partita dall’amministrazione locale degli Affari religiosi. Secondo l’avvocato Lin, la demolizione di una chiesa ufficialmente registrata viola l’articolo 36 della Costituzione cinese, che garantisce piena libertà religiosa a tutti i cinesi.
Il tentativo dei rappresentanti della chiesa di Donghu ricalca quello di altre chiese del Zhejiang, che nel 2015, durante la campagna di demolizione di croci e luoghi di culto, riuscirono attraverso le azioni legali dell’avvocato Zhang Kai a fermare la distruzione di quattro chiese. Zhang è stato poi condannato e fatto sparire.