Ci mancava la farsa del distanziamento in classe

Di Elena Fruganti
21 Agosto 2020
Secondo consulenti e ministero il grande problema della ripartenza è lo spazio tra banchi e bocche. Ma qualunque tecnico sa che è una fantasiosa soluzione alla possibilità di contagio a scuola  

L’anno scolastico trascorso ha reso evidente il vecchio detto che “la scuola la fanno gli insegnanti”, ossia la funzione educativa della scuola è garantita ormai soprattutto dalla buona volontà e dalla professionalità dei docenti, se qualche eccezione è stata deludente, la maggior parte ha dimostrato grande capacità di adattamento e spirito di abnegazione. I dirigenti scolastici da parte loro hanno traghettato le scuole verso la conclusione di un annus horribilis senza bussola, inventandosi forme di collaborazione e dimostrando ottime capacità di management. Quando però si passa alle alte sfere tutto si fa nebuloso.

LA PANTOMIMA DELLA DISTANZA IN AMBIENTE CHIUSO

Secondo il Comitato tecnico scientifico, il gruppo di 20 consulenti del ministro e tutto il ministero il grande problema della ripartenza scolastica a settembre sembra essere il distanziamento tra i banchi. Eppure qualunque tecnico sa che è una singolare soluzione al problema del contagio a scuola, poiché in un ambiente chiuso l’aria si satura in tempi variabili a seconda del numero di persone presenti, non c’entra nulla la distanza tra loro. Ogni individuo emette circa 12 litri di aria ad ogni respiro, quindi inevitabilmente dopo un lasso di tempo un ambiente chiuso si satura. L’unica soluzione affidabile, al pari di quello che avviene negli ambienti sanitari dove la salubrità dell’aria è un requisito essenziale per limitare la diffusione dei patogeni, è il ricambio di aria.

LA NUOVA FRONTIERA DELLA DIDATTICA-TUTORIAL

Quindi per rendere le scuole più salubri, sarebbe stato necessario installare impianti di aerazione nelle aule. Essendo però questa soluzione costosa, da mesi si dibatte su come far fronte al falso problema delle distanze in strutture spesso logisticamente precarie e carenti di spazi, senza contare che il Miur non è proprietario degli edifici scolastici, quindi ogni  intervento significativo investe anche gli enti locali. Finora si è provveduto a smantellare palestre e laboratori per ricavarne aule spaziose, evidentemente ritenendo che dopo un anno di didattica a distanza non valga la pena riprendere tutte le discipline scolastiche ognuna con il suo peculiare metodo di insegnamento, a scuola o a casa si impara nella stessa maniera: seduti, immobili e in ascolto, è la nuova frontiera della “didattica-tutorial”!

IL RIFIUTO DEGLI SPAZI OFFERTI DALLE PARITARIE

Il ministero rifiuta anche la disponibilità di spazi offerti dalle scuole pubbliche paritarie, preferendo stanziare fondi per l’occupazione di teatri e biblioteche, quale sia la motivazione ufficiale non è dato sapere, che l’ideologia prevalga sul buon senso? La distanza tra i banchi prevale anche sui criteri di sicurezza, quindi per farci stare tutti si avranno postazioni addossate alle finestre o vicine alle porte.

RUOTE E RIME BUCCALI

Buffo che le distanze previste inizialmente tra i banchi nei mesi si siano progressivamente accorciate, probabilmente dopo aver constatato che i muri non si potevano allargare, malgrado l’app innovativa che risolveva finalmente l’annoso rebus di quanti studenti entrano in un’aula. Alla fine la soluzione si è trovata: il fantasioso metro tra le “rime buccali”. Certo se ai banchi si mettono le ruote le rime buccali difficilmente resteranno al loro posto, ma questo sarà un problema di docenti in primis e dirigenti in secundis, non del Miur. Inoltre dove i centimetri saranno contati, anche alzarsi dal banco sarà una trasgressione alla distanza.

BANCHI, MEME E MASCHERINE

Malgrado tutto questo bailamme, ora che siamo a ridosso dell’apertura delle scuole, laddove non si è riusciti a garantire il fatidico metro, come per magia, arriva l’indicazione che per garantire la sicurezza sanitaria basterà indossare la mascherina e aprire le finestre. Peccato che molte abbiano solo apertura a vasistas per desueti motivi di sicurezza.
Intanto l’appalto milionario per i banchi a prova di Covid è partito e quando arriveranno per gli studenti sarà un gradito regalo di Natale, dopo mesi in cui si sono sbizzarriti con meme improvvisati, finalmente si divertiranno a farne di divertenti con i banchi veri.
L’unica certezza è che ci saranno mascherine altruistiche in abbondanza, su questo il commissario straordinario è ormai una garanzia.
Chissà se qualcuno davvero pensa che così il virus sarà solo un ricordo.

Foto Ansa

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