
«Un anno senza mia moglie Chiara Corbella». Enrico Petrillo si racconta a Radio Vaticana
La Radio Vaticana, in occasione dell’anniversario della scomparsa di Chiara Corbella, ha intervistato il marito Enrico Petrillo. Giovedì scorso, a Roma, è stata celebrata una Messa in memoria della giovane madre che ha sacrificato la propria vita per i figli, e per Enrico «è stata una giornata felice, una bella giornata».
«I giorni precedenti – ha detto alla Radio Vaticana – sono stati più tristi. Ieri, poi, è arrivata la grazia ed è stata una bella giornata, nel vedere i tanti frutti di questo albero, ancora tanto piccolo forse. Siamo, infatti, probabilmente, solo all’inizio. Non so davvero cosa pensare. Vedo tanti frutti e questo mi riempie il cuore di gioia. Sono venute tante persone dal Nord e da tutta Italia: hanno preso treni, pullman… Questo mi commuove tanto».
L’ACCOGLIENZA E L’ESEMPIO. Cosa ha spinto queste persone, da che cosa sono state affascinate? Secondo Enrico dal fatto che «si sentono amati. Nella mia storia, Chiara ed io abbiamo accolto i bimbi che Dio ci donava e, forse, anche loro si sentono accolti da noi. Sicuramente poi il sorriso di Chiara e la gioia che ti trasmette… Riflettevamo sul fatto che fosse necessario che Chiara morisse per darci la testimonianza che si può morire felici. Certe cose si sanno, ma se si ha un esempio vivo, di qualcuno che c’è passato, allora forse questo rende la vita più facile. E forse anche questo è il messaggio che non può non toccarti».
Secondo il marito il messaggio di Chiara è «di tutti. La cosa bella è lavorare nella vigna del Signore e, quindi, tu non sei geloso quando vedi gli altri fratelli che vengono toccati, come lo sei stato tu prima, dal Signore. Sei contento, quindi io sono contento».
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IL MISTERO DEL DOLORE. Enrico ha parlato anche delle difficoltà, per sé e per il figlio Francesco di non avere più al loro fianco la moglie e la madre: «Francesco ha avuto momenti tanto difficili, fra la fatica del cambiamento di casa e un malessere di fondo, cui lui, per la sua età, non era in grado di dare alcuna spiegazione. Tante le notti completamente in bianco. È stata una fatica disumana per me, sia nel metabolizzare ciò che era successo a Chiara sia nel vivere la quotidianità: il lavoro e la gestione di Francesco. Insomma, è stato un anno difficile. Nello stesso tempo, però, non posso negare che sia stato anche bello, con tante grazie. È stato un anno pieno, come spero lo sarà tutta la vita».
Questo dolore, ha aggiunto Enrico, è un «mistero grande», ma se «lo vivi con il Signore prende un significato, prende senso. Quello che abbiamo scoperto è che se il dolore lo vivi con Cristo e, in un certo senso, ti fai simile a Lui, il tuo dolore si trasforma in perfetta letizia. Di fondo, questa è la pace che non ci ha mai abbandonato in questi anni e che, se vuoi, continua ad essere viva nel mio cuore, per grazia non per merito, ma per grazia! Credo che sia un grande miracolo».
LA FESTA NON DEVE FINIRE. Infine il marito ha spiegato che ciò che l’ha più colpito della giornata in memoria della moglie è stato un video proiettato durante una testimonianza. Si vede Chiara al mare col figlio, una settimana prima della scomparsa. «Chiara, in spiaggia, cantava a Francesco: “La nostra festa non deve finire, non deve finire e non finirà”. Ci siamo salutati praticamente con quel video di Chiara che, credo, abbia spaccato i cuori di tutti».
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