Chi ha rovinato l’Italia?

Di Bobo
03 Novembre 2005
Fardelli d'Italia Roberto Napoletano ed. Sperling e Kupfer pagg.302 18 euro

L’analisi del vicedirettore del Sole24ore è impietosa. Gli errori che hanno rovinato l’Italia sono stati fatti decenni fa: il varo delle Regioni senza raccordo con lo Stato centrale, il punto unico di contingenza, la legge sull’equo canone che ha bloccato il mercato immobiliare, «la riforma sanitaria voluta da Tina Anselmi che garantiva tutto a tutti, ma non ospedali efficienti». Le privatizzazioni degli anni Novanta risanano il risanabile ma non riescono a risolvere il problema di fondo: la mancanza di una grande imprenditoria italiana. Certo, le eccezioni ci sono: Roberto Colaninno ceduti i telefoni ha rifatto di Piaggio un leader mondiale, Finmeccanica vende i suoi elicotteri al Pentagono, i cementieri comprano società in mezzo mondo. Ma non abbiamo più chimica, telefonia mobile, informatica, acciaio. Le banche litigano (eccezioni? Passera, Profumo) e si fanno scalare dagli stranieri. L’università è un feudo inefficiente e i cervelli fuggono.
Decenni di statalismo hanno radicato il mito della rendita, del posto fisso, dell’inefficienza che qualcuno ripianerà. Analisi impietosa ma non disperata: c’è ancora una risorsa, la persona, il suo desiderio di costruire, condividere, primeggiare. Politica che la favorisca cercasi.

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