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Ce lo siamo meritati Giuseppe Conte. Ce lo siamo meritati perché dopo aver massacrato la politica coi vaffa, ridotti i contenuti a “comunicazione”, i programmi a post e i discorsi a tweet, abbiamo dato avvio alla legislatura più inutile della storia con l’unico premier che l’antipolitica poteva partorire: il politico beige, quello che si porta con tutto.
“Il non essere non è e non può essere”, diceva Parmenide e dal nulla dell’antipolitica non poteva che venire una leadership del nulla. Conte, il presidente domopak che s’adatta alla forma altrui senza averne propria, pellicola trasparente che si limita a restituire i colori di ciò che avvolge, è stato grillino coi grillini, leghista coi leghisti, democratico coi democratici, trumpiano con Trump («Giuseppi!»), macroniano con Macron, putiniano con Putin. Definirlo trasformista è un insulto alla nobile arte del trasformismo, che comunque richiede coraggio, tigna e un bel quintale di furbizia. No, a lui s’applica perfettamente so...
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