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Renato Farina legge per Tempi le notizie più importanti di oggi: «Tutti noi non dobbiamo cadere nella trappola mediatica sulla morte di Yara: seguiamo l'esempio dei genitori. L'esilio di Gheddafi permetterebbe a molta gente di vivere. Non si possono usare i processi di Berlusconi come scusa per non riformare la giustizia»

Il quotidiano di Paddellaro e Travaglio mette in croce B. per aver firmato un trattato con Muammar Gheddafi. Ma il 16 ottobre Il Fatto pubblica un'intervista ad Aisha Gheddafi dove, invece di criticare le assurdità che diceva la figlia del rais, scrive: “Invece della democrazia parlamentare che concentra il potere nelle mani di pochi rappresentanti eletti, in Libia le decisioni vengono prese dal Congresso del popolo"

Il vescovo di San Marino-Montefeltro dichiara a Tempi: «La moralità dei politici va giudicata dall’impegno nel perseguimento del bene comune che consiste nel benessere del popolo e nella libertà della Chiesa. Sembra che su Berlusconi ancora prima del processo la magistratura abbia scritto la sentenza della colpevolezza». E agli ecclesiastici: «Perché non si indignano davanti alla persecuzione dei cristiani?»

L'eutanasia non sarà evitata, anzi. Il vero pericolo sono le «sentenze creative» della magistratura. Se proprio una legge si voleva fare, ne bastava una fatta in un unico articolo che vieta la sospensione di alimentazione e idratazione ai soggetti incapaci. Come per la legge 40, appena sarà approvata quella sulle Dat, un'onda anomala di «sentenze creative» la distruggerà

Mario Barbi, deputato ulivista del Partito democratico, scrive ai suoi colleghi in merito al caso Ruby e accusa: «La condotta di Berlusconi è disdicevole. Ma i magistrati non debbono occuparsi di moralità e debbono rispettare rigorosamente la distinzione tra reato e peccato. Di tutto questo nel Pd non si parla, perché l'imperativo è solo uno: liquidare Berlusconi con ogni mezzo»
