Caso Orlandi, Camisasca: «Solo fango su Giovanni Paolo II»

Di Massimo Camisasca
15 Aprile 2023
Le parole a Tempi del vescovo emerito di Reggio Emilia-Guastalla a proposito delle accuse al papa santo. Si tratta di «offese e illazioni senza fondamento»
Giovanni Paolo II, 2000 (Ansa)
Giovanni Paolo II, 2000 (Ansa)

Durante il programma televisivo “Di Martedì”, Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, la ragazza scomparsa 40 anni fa, ha lanciato pesanti accuse contro san Giovanni Paolo II e il Vaticano, colpevoli, a suo dire, di tenere nascosta la verità sulla vicenda della sorella. Pietro Orlandi si è detto convinto che «Giovanni Paolo II, Ratzinger e Francesco siano a conoscenza di quello che è avvenuto». «Mi dicono», ha aggiunto, «che Wojtyla ogni tanto la sera usciva con due monsignori polacchi e non andava certo a benedire le case…». 

Orlandi ha fatto ascoltare un audio da lui consegnato al promotore di giustizia vaticano Alessandro Diddi, in cui un uomo vicino alla banda della Magliana pronuncerebbe la seguente frase: «Papa Giovanni Paolo II se le portava in Vaticano quelle, era una situazione insostenibile. E così il segretario di Stato a un certo punto è intervenuto decidendo di toglierle di mezzo. E si è rivolto a persone dell’ambiente carcerario».

Il cardinale polacco Stanislaw Dziwisz, ex arcivescovo di Cracovia e segretario personale di papa Giovanni Paolo, ha definito tali accuse «farneticanti».

Qui riportiamo la dichiarazione che monsignor Massimo Camisasca, vescovo emerito di Reggio Emilia-Guastalla, ha rilasciato a Tempi.

«Come vescovo della Chiesa cattolica e come cittadino italiano mi sento profondamente colpito e offeso dalle recenti illazioni sulla vita e i comportamenti di san Giovanni Paolo II. Ho avuto la possibilità di conoscerlo e di avvicinarlo familiarmente in tante occasioni. Nulla può fare pensare alla veridicità delle cose terribili che sono state dette su di lui, senza nessuna prova e nessuna testimonianza.

Provo profondo dolore nei confronti della famiglia di Emanuela Orlandi che ha visto scomparire nel nulla la propria figlia e sorella. È un dramma sconvolgente che merita ogni considerazione e la ricerca della verità.

Ma tutto questo non giustifica le accuse che, senza nessun fondamento, vengono rivolte ad un’altra persona. Viviamo in un’epoca barbarica dove chiunque può accusare un altro gettando fango su persone che non possono difendersi. L’immoralità di questo comportamento scuote la convivenza civile e chiede un cambiamento radicale dei cuori affinché i nostri rapporti siano fondati sulla verità e la giustizia».

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