
Caro Letta, ma lo sai davvero cosa dice il ddl Zan?

Caro Letta, ti scrivo questa lettera dandoti del “tu”, sia in ragione della mia età, sia in ragione del fatto che, nella Prima Repubblica, abbiamo militato nello stesso partito, pur appartenendo a “correnti” di pensiero diverse: naturalmente si tratta della Dc, nella quale gli “amici” si davano tutti del “tu”.
Ricordo che un giorno ci siamo anche incontrati e parlati a Milano, grazie alla reciproca presentazione di Giovanni Colombo, allora consigliere comunale di Milano. Durante e dopo quell’incontro, ho avuto di te un’immagine positiva, avendo percepito un’intelligenza aperta e curiosa.
Per questo, sono rimasto sorpreso per la posizione intransigente da te assunta a proposito del ddl Zan e mi è venuto il dubbio che tu ed i tuoi collaboratori non abbiate letto TUTTO il testo di tale ddl, ma vi siate limitati a considerare SOLO la parte (minima) che riguarda le aggravanti per i delitti commessi nei confronti delle persone omosessuali (articoli 2 e 3).
Vorrei, allora, porti alcune domande.
– Lo sai che l’articolo 1 del ddl definisce (in modo imperativo per tutti, come ogni legge) cosa siano il sesso, il genere, l’orientamento sessuale e l’identità di genere, violando così clamorosamente le prime parole dell’articolo 33 della Costituzione, che definisce libera la scienza e libero il suo insegnamento? Questa libertà sarebbe tolta, visto che elementi che sono attualmente oggetto di profonde discussioni scientifiche avrebbero già una definizione, distanziandosi dalla quale qualunque scienziato potrebbe essere accusato di “omofobia”.
– Lo sai che l’articolo 4 finge di concedere una libertà di espressione (peraltro già riconosciuta dalla Costituzione e non certo benignamente concessa dall’on. Zan), che, però, viene condizionata ad un “purché” che lascia chiunque libero, per qualsiasi motivo, di denunciare chiunque per parole dette per “omofobia”?
– Lo sai che l’articolo 5 instaura di fatto, anche nel nostro Paese, un regime “rieducativo” che ricorda molto quanto è avvenuto in tanti regimi del secolo scorso ed in alcuni del secolo attuale?
– Lo sai che l’articolo 7, attraverso l’introduzione della giornata nazionale contro l’omofobia, renderebbe obbligatorio, in ogni scuola di ogni ordine e grado (comprese le paritarie), l’insegnamento della cultura “gender”, anche contro il parere dei genitori, che sono gli unici ad avere il “diritto” all’educazione dei figli (art. 30 Cost.)? Lo sai che, in forza di questi insegnamenti “obbligatori”, verrà detto ai nostri figli ed ai nostri nipoti (anche a quelli di soli 3 anni) che dovranno attendere il loro diciottesimo anno di età per decidere se essere uomo o donna, indipendentemente dai dati biologici? Puoi immaginare lo sconquasso che verrà prodotto in tante giovani vite? Ritieni giusta l’invasione totalitaria di questa cultura fuori dalla realtà e, direbbe Chesterton, fuori dal senno?
– Lo sai che gli articoli 8, 9 e 10 potrebbero dar vita a quello che è stato definito un “Ministero Unar” addetto al controllo della esecuzione della legge Zan, ministero che ricorda molto il “Minculpop” di triste memoria?
Mi pare che la cultura democratica e popolare da cui provieni non ti dovrebbe fare accettare tutto ciò, perché un conto è tutelare giustamente ogni cittadino, etero od omosessuale che sia, un conto è introdurre obbligatoriamente nel Paese una cultura derivata da un pensiero “unico” e, per questo, antidemocratico. Il capo di un partito che si definisce “democratico” può accettare tutto ciò?
Mi piacerebbe tanto sentire le tue risposte alle mie domande. Sono forse troppo ingenuo?
Cordiali saluti,
Avv. Giuseppe (Peppino) Zola, Milano
Foto Ansa
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