Cari grillini, vi sfido. A Parma anziché sulle macchinette del caffè, facciamo un referendum sul Quoziente Famiglia
Un referendum per il Quoziente Parma. Dove a votare saranno i cittadini, i genitori dei figli interessati dall’abolizione dello strumento che consentiva una maggiore equità nel pagamento dei servizi di asilo nido e materno in città grazie a sconti per gli Isee più bassi e quelli delle famiglie più numerose. La proposta sarà presentata domani mattina in consiglio comunale da Roberto Ghiretti, consigliere della lista di centro Parma Unita, già assessore allo sport, e ha già ricevuto il plauso del Comitato Famiglie Parma che riunisce i genitori vittime dell’abolizione, voluta dal sindaco Cinque Stelle Federico Pizzarotti, dell’agevolazione fiscale sulle rette di nidi e materne.
Ghiretti, come è nata la decisione di proporre un referendum?
In consiglio comunale abbiamo condotto una battaglia corretta contro l’abolizione del Quoziente Parma. Purtroppo, però, non ha avuto esito alcuno, se non quello morale di favorire una maggiore coesione dell’opposizione contro la decisione della maggioranza di abolirlo. Così abbiamo pensato che potesse essere utile verificare cosa ne pensano in prima persona i cittadini di Parma, che sono i diretti interessati.
Saranno contenti i grillini della scelta di adottare lo stumento del referendum…
Loro avevano promesso di ricorrere a referendum senza quorum su qualsiasi cosa, anche su quanto zucchero mettere nelle macchinette del caffè, ma così non è stato. Hanno fatto soltanto un’interrogazione via web sullo smog in città. Noi, adesso, vogliamo andarli a prendere sul loro campo. Ma non credo che ne saranno poi così contenti.
Chi dovrebbe votare il vostro referendum?
Le materie di bilancio non sono materie referendarie. Sarebbe bello, però, far votare i genitori dei bambini direttamente negli asili, oppure, anche on line, purché sia certificabile la residenza in città.
Cosa pensate dell’abolizione del Quoziente Parma?
Eliminare il Quoziente Parma è stata una decisione che non stava né in cielo né in terra e che ha indubbiamente gravato sui conti delle famiglie, specialmente quelle più numerose. Va bene cambiargli il nome ed eventualmente studiare modalità diverse, ma da qui a togliere del tutto il Quoziente…
Ma i soldi per la copertura ci sono o non ci sono?
I soldi c’erano e ci sono: l’avanzo di bilancio 2012 nelle casse del comune, infatti, è di circa 16 milioni di euro.
Pizzarotti, allora, perché ha detto che il Quoziente Parma non era sostenibile economicamente?
Non è vero. Si è trattato di una decisione politica di una giunta che non brilla. Probabilmente la giunta grillina preferisce anziché spalmare il debito su più anni, ripagarlo in poco tempo per potersi mettere una medaglia al collo e fregiarsi del successo. Soltanto che la città di Parma non ha bisogno di cure da cavallo, ma di cure energiche. È giusto tagliare le spese superflue e limare dove si può, ma i servizi sociali e per l’istruzione vanno tenuti in vita.
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1 commento
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a me sembra che grillo dia risposte da sempliciotto a problemi complessi… le tali in genere generano enormi casini