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Ragazzi dietro le sbarre. Gioventù incarcerata

Di Andrea Romano
05 Ottobre 2024
Gli istituti penitenziari minorili sono sovraffollati e aumentano i casi di rivolte, risse ed evasioni. Nel 2022 il numero degli stranieri ha superato quello degli italiani. «C’è una maggiore propensione al male. Si arriva all’omicidio con una naturalezza sconcertante»
carceri minorili
L’Istituto penale per minorenni Giovanni Beccaria, a Milano (foto Ansa)

La crescita è stata tanto fulminea quanto dirompente. Eppure in molti se ne sono resi conto soltanto quando il problema si era già trasformato in emergenza. Il risultato è che gli Istituti penali per i minorenni traboccano di giovani detenuti. E i grattacapi che ne derivano sono enormi. Proteste, rivolte, ferimenti, risse, agguati, danneggiamenti, evasioni. Tutto per un diario del disagio che viene aggiornato con inquietante regolarità.

C’è un numero che racconta piuttosto bene la situazione. Il 15 gennaio del 2022 i reclusi negli Ipm della Penisola erano 361. Nell’aprile del 2024 sono diventati addirittura 571. Ossia l’80 per cento in più. Un aumento sinistro e spaventevole, soprattutto in un ordinamento dove la pena detentiva per i minorenni ha un carattere residuale e dove la Giustizia punta alla «rieducazione» dei ragazzi e non alla loro «punizione».

Il decreto Caivano e le carceri minorili

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