
Cannabis: «Non è una droga leggera, danneggia gravemente il cervello e smettere è più difficile»
L’uso della cannabis? Una vera e propria roulette russa per la salute mentale. È la tesi di un’analisi ventennale su quella che viene erroneamente definita “droga leggera”, intitolato Che cosa hanno rivelato le ricerche nel corso degli ultimi due decenni circa gli effetti negativi sulla salute dovuti all’uso ricreativo della cannabis? e pubblicato sulla rivista Addiction.
LA DIFESA DEMOLITA. L’autore della ricerca, che arriva come un fulmine a ciel sereno per quanti si stanno battendo affinché la compravendita della cannabis, già tollerata in Gran Bretagna, divenga legale, è Wayne Hall, professore di politiche contro le dipendenze al King College di Londra e consulente in materia per l’Organizzazione mondiale della sanità. I risultati di Hall demoliscono gli argomenti di quanti sostengono che la marijuana sia una “droga leggera”, evidenziando soprattutto che l’uso regolare della cannabis, specialmente fra gli adolescenti, nel tempo provoca seri problemi mentali.
In sintesi, Hall conferma che la cannabis genera una grave dipendenza, causa danni alla psiche e apre la porta all’utilizzo di droghe pesanti. Oltre a questo si è scoperto che chi fa uso di marijuana ha risultati peggiori a scuola. «Se la cannabis non crea dipendenza – ha dichiarato Hall al Daily Mail – allora non lo fanno nemmeno la cocaina e l’alcol». E, aggiunge il professore, «è più difficile condurre all’astinenza chi è dipendente da cannabis rispetto a chi fa uso di eroina. Semplicemente perché non sappiamo come fare».
PSICOSI E INCIDENTI. Fumare la marijuana durante la gravidanza influisce anche sul peso del bambino che alla nascita sarà più basso, mentre l’utilizzo prolungato può provocare bronchiti, tumori e infarti. Secondo la ricerca condotta dal professor Hall, un adolescente su sei che fuma regolarmente cannabis diventa dipendente. Fra le conclusioni dello studio c’è anche il fatto che questa droga raddoppia il rischio di psicosi, schizofrenia e l’astinenza può portare a diversi sintomi tra cui l’ansia, l’insonnia, la perdita di appetito e la depressione. Guidare dopo aver fumato la marijuana raddoppia anche il rischio di un incidente d’auto, che aumenta ulteriormente se legato al consumo di una bevanda alcolica. Ma il pericolo potrebbe addirittura trasformarsi in piaga sociale, dato che molti adolescenti fumano marijuana come fosse semplice tabacco e che anche dopo trattamenti di disintossicazione solo meno della metà riesce a smettere per più di sei mesi.
«NON MINIMIZZATE». L’Oms nel 1971 classificò la cannabis tra le droghe illegali, all’interno della classe B, mentre altre sostanze come l’eroina o la cocaina furono inserite nella classe A. Il governo laburista nel 2004 declassò la cannabis inserendola nella C, la stessa classe di alcuni farmaci, poi visti gli effetti di tale scelta, dopo cinque anni fece marcia indietro. Nonostante ciò, oggi sia la sinistra inglese sia il partito di Nick Clegg continuano a sostenerne la depenalizzazione e la vendita libera. Il professor Hall ha comunque messo in guardia dai tentativi di minimizzare i pericoli che provengono dall’utilizzo della marijuana, perché se è vero che «non può produrre overdose letali, i suoi effetti di lungo termine sono molto pericolosi».
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11 commenti
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Ascolta Beatrice… oltre al fatto che diffondi notizie non false, ma fortemente tendenziose, cosa per la quale dovresti vergognarti… tu giudichi cose delle quali non sai NULLA a riguardo. Per non parlare del fatto che per uno studio fasullo come questo che riporti senza alcuna credibilità, ce ne sono mille molto più attendibili (e meramente scientifici) che lo smentiscono. Suffragati da studi validi.D´altronde, sei una bigotta limitata nel pensiero e nelle vedute. Torna a scrivere di Medjugorje, che quello sì che ha forte attendibilità scientifica!! 🙂
Ma la fonte?!?!come si chiama lo studio condotto?che tipo di ricerca è stata eseguita e su quali campioni?!cara benedetta frigerio non basta copiare un articolo per essere giornalisti?!?!e poi questi sarebbero i risultati di un solo studio su centinaia!!!!le cercate proprio tutte per scrivere cazzate
Ma state zitti ignoranti disinformatori bastardi, spero che dopo tutta la disinformazione che fate vi si ritorca contro, quando non avrete piu medicine, sarete cosi chiusi e ignoranti da non saper nemmeno che è una medicina praticamente per tutto. Ma voi siete troppo dawn e rincoglioniti per possedere un briciolo di materia grigia.
La marijuana serve solo a formare occhietti da pesce lesso.
Mi piacerebbe, da parte dalle autorevoli voci che scrivono su Tempi, propugnando come missione esistenziale l’autodeterminazione (come ingrediente su chi deve nascere e quando si deve morire) che esprimessero il loro evoluto pensierino su questo argomento ( che il più delle volte disertano).
Guarda che l’hanno già fatto, ripetendo la stessa giaculatoria all’infinito come un disco rotto.
L’hanno fatto inserendo commenti con nick diversi dal solito, creati ad arte apposta per non sputtanarsi.
L’ultima volta hanno inserito anche dei post col mio nickname, fregandomelo, con messaggi deliranti apposta per seminare confusione.
Messi alle strette da chi la droga l’ha conosciuta davvero, crollano come pere cotte.
Hanno quei quattro slogan e li ripetono e li ripetono e li ripetono.
Ti credo, perché alla fine parliamo di canaglie.
Sulla tossicomania c’è una grandissima mistificazione.
Anzitutto bisogna definire (o ridefinire) cosa si intende per tossicomania.
Se con quel termine si intende una sindrome da crisi di astinenza con evidenti manifestazioni di malessere fisico, allora le sostanze in grado di dare tossicomania “vera” sono molto poche, di quelle illegali sono solo gli oppiacei, caratterizzati da crisi di astinenza che si manifesta con una certa modalità ed una certa sequenza, cambia solo l’intensità e la durata.
(Per oppiacei intendo anche i narcotici sintetici che non hanno niente a che vedere con i derivati dell’oppio naturale, come i piperidinici – petidina e fentanyl e simili, ed i parziali antagonisti – pentazocina e simili -).
Dicono che anche i barbiturici e le benzodiazepine possano dare sindromi di astinenza problematiche.
Le altre sostanze non danno manifestazioni fisiche.
Tra queste ultime i cannabinoidi e le anfetamine. La cocaina è un caso a parte.
Se per sindrome di astinenza si intende anche un intenso desiderio di riprendere la sostanza accompagnato dalla sensazione che il mondo senza essere filtrato dagli occhi di quella sostanza è come un film in bianco e nero, e la droga dà il colore alla vita, ossia la sensazione che senza quella data sostanza le tue capacità sono diminuite, allora la cannabis ha proprietà tossicomanigene eccome ! Come per le anfetamine. Stesso discorso.
Considerate una cosa: uno spacciatore in piccolo ha su per giù sempre gli stessi acquirenti, che desiderano continuare a ripetere l’esperienza.
E se non ce l’hanno “la roba”, ti vengono a cercare uscendo allo scoperto ed esponendo a pericoli non solo loro, ma principalmente lo spacciatore, facendo il palo anche sotto casa magari, sputtanando il pusher davanti a tutto il quartiere.
La cannabis in qualunque forma, mariuhana, sbarrette di haschish o olio, non è innocente da poter dire che “mi faccio le canne quando voglio, domino la cosa e se non la trovo o non ho i soldi, non fa niente, mi dedico ad altre attività”.
Partecipa di fatto a tutto quel marasma mentale e sociale chiamato “droga”.
Quando entri in quel casino, crolla l’interesse per il resto: le altre persone coltivano interessi, hobby, attività le più svariate, ma tu ti interessi solo di quello e del mondo che gli gravita culturalmente intorno, la musica in primis. E di un certo tipo.
La droga chimicamente è molto varia, ma l’interazione con la persona presenta molte similitudini, anche se le modalità di azione (i circuiti cerebrali che interessano le diverse sostanze) sono una diversa dall’altra.
E’ inutile che si ostinano a dire che “fumo per una presa di coscienza” o “fumo per rilassarmi”….siamo meno ipocriti.
La droga, di ogni tipo, si prende per interporre un filtro tra te ed il mondo circostante, un filtro che ti “colora la vita” che altrimenti percepisci come un vecchio film in bianco e nero, e per vedere le immagini fantasiose che ti proietta la mente ad occhi chiusi, ossia autentiche allucinazioni ad occhi chiusi.
Tutte, cannabis, anfetamine di tutti i tipi, narcotici, cocaina.
Forse a questa regola trovo l’unica eccezione costituita dagli allucinogeni che per lo più venivano adoperati in rituali, e dai dissociativi, che sono sostanze che rientrano facilmente nei canoni “classici” delle droghe.
Per la cocaina la faccenda è un po’ diversa riguardo le proprietà tossicomanigene: appena fatta una dose, la persona è colta da un irrefrenabile desiderio di prenderne ancora.
Se ti lasci prendere la mano e ne hai una certa quantità a disposizione, la finisci tutta una dose dietro l’altra.
Questo succede quando hai il picco di concentrazione nel sangue, poi il desideri compulsivo lentamente scema.
In questo è l’opposto dei narcotici oppiacei.
Proprio modalità di “richiamo” della sostanza completamente diverse.
I ragazzetti la credono una bravata, ma non sanno con cosa giocano.
E purtroppo, le istituzioni non si danno molto da fare per farglielo capire.
La prevenzione si incomincia a fare a scuola.
Mi sono accorto di un errore di tastiera, ma che cambia completamente il senso del discorso:
Quando menzionavo i dissociativi, scrivevo “sostanze che rientrano facilmente …ecc…”
Ho lasciato il NON, allora acquista il senso.
Sostanze che non rientrano nei canoni classici, parallelamente agli allucinogeni.
Chi ha preso un qualche dissociativo per sballare, è stato decisamente male informato, e quando ne ha fatto l’esperienza lo capisce.