«Se due genitori scoprono che stanno aspettando un figlio con la sindrome di Down e decidono di proseguire la gravidanza, vanno forse considerati degli irresponsabili nei confronti della società?». La domanda del dottor Jean-Claude Forest, presidente del Comitato di coordinamento del programma di individuazione della Trisomia 21 nel Quebec, è retorica. Ma nei fatti la risposta veicolata dalla società canadese è una sola: “sì”.
«È OVVIO». Julie Faucher e suo marito Nathan, canadesi residenti in Quebec, l’hanno scoperto sulla loro pelle. Quando Julie ha saputo di attendere una bambina Down era una giovane mamma e ha pensato subito all’aborto: «Per me era ovvio che non si poteva essere felici con un figlio Down ed era ovvio che non l’avrei tenuto. Ma mio marito mi ha detto: “Beh, per me non è affatto così ovvio”».
PRESSIONE DEI MEDICI. Impauriti e indecisi sul da farsi, Julie e Nathan hanno cercato aiuto nel sistema sanitario. Ma non l’hanno trovato. I medici, infatti, invece che rispondere alle loro domande su come sarebbe stata la vita con un figlio Down, non facevano che consigliare loro di interrompere la gravidanza. I genitori non hanno ascoltato quei consigli e oggi la piccola Sofia ha 7 anni ed è la più piccola di tre bambini. Se si sono decisi a farla nascere è grazie all’aiuto di una psicologa, che li ha sostenuti.
90 PER CENTO. La loro storia, raccontata in un servizio televisivo di Tamara Alteresco su Ici Radio-Canada, non è un caso raro in Canada. La Trisomia 21 riguarda un bambino su 800 alla nascita, ma i numeri sarebbero molto più alti. Dal 2012, infatti, il governo canadese fornisce gratis a tutte le donne incinte un test per individuare la Sindrome di Down. Il 60 per cento delle donne si sottopone al test e se questo conferma l’anomalia genetica, nel 90 per cento dei casi viene fatto ricorso all’aborto.
«SICURA DI TENERE IL BAMBINO?». Se il dato delle interruzioni di gravidanza è così alto, la responsabilità è anche del sistema sanitario dove i medici del servizio pubblico, invece che essere neutrali, spingono apertamente per l’aborto. «Se decidi di tenere il bambino, ti guardano come se fosse un’aberrazione», racconta Marc, padre di tre bambini. Alla terza, Lily Rose, è stata diagnosticata la Trisomia 21. Sua moglie, Stéphanie, lamenta l’atteggiamento dei medici, «a favore dell’aborto per partito preso». Non solo nessuno li ha mai rassicurati, ma anche dopo aver deciso di tenere la bambina, «a ogni visita mi dicevano: “È sicura di volere proseguire con la gravidanza?”».
«DIFENDERSI DALL’ABORTO». Per Antoine Payot, medico al polo ospedaliero universitario Sainte-Justine di Montréal, il problema non è nuovo. «Molte coppie purtroppo devono difendersi dall’aborto perché il sistema spinge sempre i genitori ad interrompere la gravidanza». Uno studio casistico su questo problema è in corso a livello nazionale.