Il libro di monsignor Massimo Camisasca, Nessuno si conosce da solo. I passi della vita comune, Marcianum Press, Venezia 2022, sarà in vendita alla libreria del Meeting di Rimini
Questo piccolo libro è molto difficile da definire. Forse è una pretesa assurda voler definire qualsiasi libro, tanto più assurda quando si tratta di un libro breve e denso, perché impregnato di vita, come nel presente caso. Allora, diventa impossibile ridurlo a categorie o classificarlo, perché, come scrive l’autore «nessuna teoria può precedere l’esistenza» (p. 40). Infatti, questo testo ha per oggetto la vita cristiana, cioè la vita in Cristo, nei suoi diversi passi, dal battesimo fino all’Eucaristia.
Come scrive nella prefazione don Paolo Sottopietra, superiore generale della Fraternità di San Carlo fondata da don Massimo Camisasca: «Le note di questo libro ci conducono, attraverso un percorso breve ma intenso, alle sorgenti dell’esperienza umana della comunione e dell’amicizia. Le radici si trovano in Dio stesso e nella struttura dell’essere creato, che rivela ad un occhio attento e limpido un disegno misterioso di unità e di amore. Ma il centro delle riflessioni di don Massimo è costituito da una commossa contemplazione dell’umanità di Cristo e dell’esperienza in cui ha coinvolto i suoi discepoli e le persone che lo hanno incontrato sulle strade della Palestina» (p. 11). Ed è estremamente significativo che il testo sia corredato anche da una postfazione di Matteo e Anna Orlandini, coppia della diocesi di Reggio Emilia e Guastalla, di cui don Massimo stesso è vescovo emerito dal gennaio scorso. Si potrebbe dire che l’inizio e la fine del libro mostrano concretamente quella vita e quella comunione di cui si parla.
L’essenza dell’Essere è la comunione
Infatti, se il titolo punta, in una forma nello stesso tempo poetica e provocatoria, a quella che è la meta del percorso proposto dall’autore, cioè la presa di coscienza dell’impossibilità di accedere alla propria identità se non attraverso la relazione con gli altri, il sottotitolo svela che il contenuto del libro offre un vero e proprio metodo, nel senso etimologico del meta hodos greco, cioè dell’avere un cammino. Così, don Massimo Camisasca mostra con la sua prosa pulita e vibrante come la comunione, alla quale ogni essere umano aspira, definita con estrema precisione «condivisione di vita e di beni nel tempo e nell’eterno» (p. 28), non viene da sé, spontaneamente, ma è stata donata dall’alto. Per questo esiste un cammino, una via, fatta di passi concreti che la cultura contemporanea non solo ha dimenticato, ma in alcuni casi esplicitamente negato, provocando un disagio esistenziale generalizzato che è sotto gli occhi di tutti.
Si potrebbe dire che ci si trova di fronte ad un libro di teologia e di pastorale, ancor più radicalmente, un libro che parla davvero di Gesù. Le parole da cui muove sono “casa” e “pane”, le quali assumono una valenza non solo letteraria, ma in primo luogo metafisica, se ci possiamo permettere il ricorso a questo aggettivo oggi desueto. Scrive, infatti, l’autore, da vero padre: «Con il passare degli anni mi sono sempre più convinto che la stoffa segreta di ogni essere, dalla più piccola pietruzza al più noto e ammirato esponente della nostra umanità, sia la ricerca dell’altro. Che l’essenza dell’Essere, di ogni essere, sia la comunione» (p. 16).
Imitare non è copiare
Tale sguardo rivolto sulla realtà in tutti i suoi fattori, secondo l’insegnamento del servo di Dio Luigi Giussani, rende possibile la formulazione di alcune domande che l’autore con grande sapienza pone al lettore, le quali innescano un dialogo in primo luogo interiore, che con grande naturalezza sfocia in preghiera. Da questo punto di vista il libro riunisce pastorale e mistica, rivelando la mano di un vero maestro. Basti la seguente (sapientissima) definizione dell’imitatio Christi: «Imitare non vuol dire copiare, ripeterlo nei suoi movimenti esteriori. Piuttosto significa lasciarsi prendere da lui, entrare nel cuore della sua vita e lasciarsi rigenerare da esso». (p. 41)
Qui si tocca con mano anche la capacità critica che il testo offre al lettore. Infatti, la pretesa idolatrica e contraddittoria di giungere alla comunione da soli, tipica del contesto prestazionale nel quale siamo immersi, viene smontata in radice dall’affermazione che «solo un amore che mi precede può accendere in me la forza di amare» (p. 23).
La vita della Trinità
Infine, il presente testo è, in verità, anche un libro sulla Trinità. Infatti, l’autore accompagna il lettore a riconoscere che «all’inizio c’è il fuoco e non il freddo, c’è la relazione e non la solitudine, c’è l’inesauribilità della vita» (p. 34). Ma questa origine sorgiva della vita cristiana non è altro che il Mistero della Trinità beatissima.
Don Massimo Camisasca, con grande originalità, mostra anche il fondamento trinitario della mitezza di Cristo nella gratuità delle relazioni delle Persone divine (pp. 53-56). Il percorso viene, così, significativamente concluso dall’affermazione che sintetizza tutto il libro: «La vita della comunità viene così sottratta a ogni dinamismo puramente sociologico e immanente e viene restituita alla sua autentica dinamica teologale: è la vita della Trinità nel tempo, sulla terra» (p. 71). Insomma, un libro che fa davvero bene.
Giulio Maspero
(Pontificia Università della Santa Croce, Roma)