
Buccinasco, colpo alla parità scolastica: «Il Comune preferisce perderci piuttosto che attuarla»

Un altro colpo di scena, l’ennesimo nella lunga vicenda, cominciata nel 2011, dell’asilo parrocchiale di Buccinasco, fiore all’occhiello del Comune che portò alla storica convenzione del 1982 firmata da una giunta di sinistra per garantire ai genitori un’effettiva libertà di scelta, fra scuola paritaria e statale, e un risparmio per i cittadini.
L’amministrazione dell’asilo ha denunciato con un comunicato quanto accaduto nella seduta del consiglio comunale del 27 aprile scorso. In aula, infatti, sebbene l’accordo con il Comune fosse già stato preso, è stato stabilito, arbitrariamente e senza confronto, un tetto massimo al contributo. Ma così facendo si è indebolita la clausola di garanzia che prevede che, nel caso di iscrizione nel futuro triennio di un numero di bambini superiore a quello previsto dall’anagrafe, il Comune debba coprire le spese.
[pubblicita_articolo allineam=”destra”]LA VICENDA. Questa scelta ha «ragioni ideologiche», ha detto il genitore di una bambina della scuola di fronte all’aula consiliare gremita di 300 persone. Per capire che cosa è successo bisogna ritornare al 2011. In quell’anno, alla caduta della giunta di centrodestra subentrò un commissario che annullò la convenzione attiva da decenni. Allora furono raccolte ben 3.500 firme che fecero tornare il commissario sui suoi passi. Ma nel 2012 il contributo passò da 550 mila a 470 mila euro, costringendo le famiglie a pagare il doppio (100 euro mensili, anziché 54). Il conseguente calo degli iscritti, da 330 a 300, costrinse la scuola a chiudere una classe e a licenziare due maestre. Negli anni, poi, il contributo è calato ulteriormente a 280 bambini nel 2013/14, 270 nel 2014/15, fino ai 260 dell’anno corrente. Impedendo, di fatto, a circa 70 alunni di frequentare l’asilo.
LE PERDITE. Si potrebbe pensare che tagli simili siano dovuti alla necessità di risparmiare, ma la stessa convenzione riconosce che per ogni bambino che frequenta la scuola parrocchiale il Comune risparmia 1.600 euro. Inoltre, come detto, all’ultimo il Consiglio ha apposto alcune clausole che indeboliscono ulteriormente l’accordo raggiunto prevedendo il contributo per soli 234 bambini, limitando ulteriormente la libertà di scelta. Si era poi stabilito che, nel caso di un numero maggiore di domande di iscrizione rispetto a quelle previste dai dati dell’anagrafe, il Comune avrebbe comunque garantito l’accesso a chi ne avrebbe fatto richiesta. Ma l’inserimento di un tetto massimo di contributi di 430 mila euro vanifica la clausola che ora, rileva il cda dell’asilo, «vale solo fino a un certo punto». Sempre il Consiglio comunale ha poi stabilito la restituzione degli utili eventuali. E, «anche in questo caso, abbiamo appresso dell’inserimento di questo vincolo quando l’accordo era già stato raggiunto», continua la scuola. Infine, «riteniamo paradossale la scelta dell’amministrazione di ridurre il contributo fisso di quei 76 euro che il Governo Renzi riconosce a tutte le famiglie».
LA CORTE DEI CONTI. Interpellata nel 2012 dal sindaco del Pd Giambattista Maiorano la Corte dei Conti aveva riconosciuto il principio per cui «se l’azione è intrapresa al fine di soddisfare esigenze della collettività rientranti nelle finalità perseguite dal comune», allora «l’erogazione di un finanziamento non può equivalere a un depauperamento del patrimonio comunale». E questo «in considerazione dell’utilità che l’ente o la collettività ricevono dallo svolgimento del servizio pubblico o di interesse pubblico effettuato dal soggetto che riceve il contributo».
Foto scuola da Shutterstock
[pubblicita_articolo_piede]
Articoli correlati
17 commenti
I commenti sono chiusi.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!
ogni tanto negli ex PCI riemerge il vecchio tic del TANTO PEGGIO TANTO MEGLIO. l’ideologia è dura a morire.
Già.
I trinariciuti son sempre quelli, che dipendano da Mosca o dai guru della finanza mondiale.
Non cambieranno mai.
Mi sembrano scelte esemplari.
1) Su tutte le voci di spesa c’è un budget che non deve essere sfondato. Anche per la manutenzione delle strade, al punto che se si verifica una voragine a fine anno bisogna aspettare il bilancio dell’anno dopo per poterla riparare. Ci mancherebbe che questo capitolo di spesa fosse potenzialmente infinito senza alcun tetto previsionale.
2) Il contributo pubblico è totale, al di la di chi lo eroga. Quindi se il governo – che tagli continuamente i soldi agli enti locali – da 76 euro alle famiglie, questi vanno a scomputo dello stanziamento comunale. Per le famiglie non cambia nulla, dove sta il problema?
3) E’ del tutto ovvio che se nell’evolversi della gestione annuale si producono degli utili imprevisti, questi tornino all’ente pubblico, essendo questi utili stati generati proprio dallo stanziamento dell’ente stesso. Se non si tratterebbe di sostegno alle famiglie ma di regalia alla parrocchia.
Sono scelte esemplari per persone come te. Se si fosse trattato a parità di condizioni anziché di un asilo parrocchiale di un asilo arcobaleno avresti avuto meno “civile” compiacimento. Noi ci conosciamo da tempo Lucillo, sai che è cosi…. vero?
Tanto per puntualizzare una cosa: non sei brillante in bilanci pubblici. Se c’è un voragine in strada, in assenza di budget, non si aspetta il prossimo bilancio:
Soluzione 1 – Si opera in dodicesimi rispetto alla tipologia di spesa nell’anno precedente;
Soluzione 2 – Si ricorre al debito fuori bilancio e trasmissione del tutto (previa delibera dl Consiglio Comunale) alla Core dei Conti. Questa vedrà se c’è illecito arricchimento e bla bla.
PS: non ti frega niente se le famiglie sono contente dell’ servizio … vero? tutto arcobaleno … tutto
bilanci enti* pubblici
Appunto, spese da affrontare con procedure complesse e d’urgenza… e comunque con lentezza, esattamente in quanto fuori budget. Non esiste che su un capitolo di spesa si scriva X ma potrebbe essere 2X o magari 3X, vedremo.
PS: che cavolo c’entra l’arcobaleno?
L’asilo parrocchiale che da un vantaggio riconosciuto da una collettività, si traduce in un interesse pubblico che viene soddisfatto (con competenza , professionalità ecc) , e pertanto esce dalla pura logica dell’economicità così come l’interpreterebbe un imprenditore. Questa è una regola amministrativa che ha ribadito pure la Corte dei Conti nel giudizio richiamato nell’articolo.
(Tra l’altro l’articolo sottolinea pure che non siamo difronte neppure ad uno spreco , anzi che il comune risparmia 1600 euro ad alunno) .
PS: Non mi riferivo al fenomeno atmosferico. Intendo semplicemente che se l’asilo era LGBT il contributo tu lo raddoppieresti .
La corte ha riconosciuto la spesa è legittima, non che può esserne iscritto a bilancio il titolo a fronte di un importo indeterminato. Nulla – a torto o a ragione – esce dalla logica dell’economicità, o per lo meno della contabilità non solo consuntiva ma anche previsionale.
PS: Arcobaleni. Ho detto più volte di essere contrario a tutte le scuole private per lo meno fino alle superiori, perché le ritengo in quanto tali incompatibili con uno stato laico e aconfessionale; in ogni caso la costituzione vieta che istruzione ed educazione li impartiti abbiano oneri per lo stato. Vale ovviamente anche per una ipotetica scuola privata ad orientamento LGBT.
Tipico ragionamento vivisezionato:
Ignori volutamente che l’articolo sottolinea pure che non siamo difronte neppure ad uno spreco , anzi che il comune risparmia 1600 euro ad alunno. In sostanza minimizzi che è una scelta di avversione prettamente ideologica;
Ignori che la logica dell’economicità per la pubblica amministrazione non ha attinenza con quella di natura imprenditoriale. Infatti si intende che a fronte del raggiungimento di un obbiettivo l’eventuale economia di spesa non deve cozzare con principi di efficienza, la efficacia, l’obbligo di motivazione, di partecipazione, di sussidiarietà, etc.(dall’articolo tendo a dedurre che si tende all’imperium unilaterale)
Ignori, questa è grave, che il senza oneri ha un significato che è stato già precisato in sede costituente, da destra e sinistra, è univoco e di orientamento diametralmente opposto al tuo (leggio Corbino e Codignolo).
Ignori che “Per le scuole paritarie vale il “deve assicurare alle scuole non statali “piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico EQUIPOLLENTE a quello degli alunni di scuole statali” (art.33 Cost) in quanto svolgono un servizio pubblico.
Deduci allora che tu per sminuire, secondo tuo stile, parli di “pari controlli ” quando il trattamento è EQUIPOLLENTE .” (ho riportato … stancamente, una discussione già avuta con te dove ho notato che l’art. 33 a te non piace … ti distuba …. ma ti piace il “senza oneri” indipendentemente dai costituzionalisti)
PS: Sull’arcobaleno … non ci credo. Non è vero che l’insegnamento religioso cozza con una idea di laicità inclusiva. Ma tu vuoi la laicità atea. Del resto, noto, che quando le pubbliche amministrazioni butrtono soldi per cineforum gaiosi o pride carnevaleschi nessuno di voi si straccia le vesti.
Lucillo… no, non ci siamo a 360 gradi.
…(dall’articolo sono* portato* a dedurre che si tende all’imperium unilaterale)…
Non ho mai nascosto di essere piuttosto contrario a questo articolo della costituzione, e molto contrario alla sua applicazione e forzatura operate in particolare con la legge Berlinguer.
PS. Ogni sistema di pensiero chiuso e/o totalizzante a mio parere cozza con la laicità. Credo che da tutti questi sistemi di pensiero i bambini vadano difesi, e se è molto discutibile come attuare questa difesa nelle famiglie – per far meglio si rischia molto di far peggio – certo nelle istituzioni pubbliche ed in particolare in quelle educative vanno banditi ed impediti gli approcci culturali unilaterali, statici e totalizzanti.
Ah…sei contrario all’articolo della Costituzione… mizzica, ora me lo segno. Intanto c’è (l’articolo) e si rispetta.
PS: Pure la laicità, rappresentata da te & C., è un sistema chiuso e/o totalizzante. Peggiore di tutti, devastante e che alla base di tutti i mali odierni , compresa la recrudescenza terroristica.
Ma su questo, sono convinto di una cosa. Tu (& C) accettereste pure un soverchiante potere islamico (pur di fazione moderata) che il confronto libero e incondizionato con il cattolicesimo.
L’articolo c’è e NON lo si rispetta, infatti si finanziano le scuole private.
PS: la laicità non è affatto un sistema chiuso, quali per esempio alcune religioni (la maggior parte in verità), l’ateismo di stato, lo scientismo materialista… Tu (& C) contrapponete il religioso, e specificatamente la sua versione cristiano cattolica, ad ogni altro credo, ed è per questo che molti di voi, anche qui, avete nostalgia per il tempo antico e guardate con simpatia ai regimi musulmani (mi ricordo bene, perché ne ero lettore assiduo ed anche diffusore, quando su Il Sabato si inneggiava alla rivoluzione komeinista come risposta religiosa allo stato laico). Io con i sistemi religiosi mi sono abbondantissimamente confrontato, dubito tu (& C, o la maggior parte) possiate dire altrettanto con quelli non religiosi.
Caro Lucillo :
1) Anche se si finanziassero scuole private sarebbe coerente con l’interpretazione costituzionale per i motivi detti sopra e che riporto per l’ennesima volta di seguito:
«Vorrei chiarire brevemente il mio pensiero. Forse da quello che avevo in animo di dire, il collega Gronchi avrebbe capito che le sue preoccupazioni sono infondate. Perché noi non diciamo che lo Stato non potrà mai intervenire a favore degli istituti privati, diciamo solo che nessun istituto privato potrà sorgere con il diritto di aver aiuto da parte dello Stato. E’ una cosa ben diversa: si tratta della facoltà di dare o di non dare» – On. Corbino, Atti Ass. Cost., pag. 3378).
«Si stabilisce solo che non esiste un diritto costituzionale a chiedere tale aiuto» – On. Codignola, Atti Ass. Cost., pag. 3378).
Questo in condizioni normali dovrebbe bastare a chiudere il discorso. Ma con te … no. Perché? Dislessia concettuale? Si , ma aggiungo anche, come perché, la c.d. “laicità aperta” … che è molto bella.
(Bada bene… con le scuole paritarie il tutto è ancora più vero dato che fanno un servizio pubblico.)
2) Scusa Lucillo, io non ho nessun “& C.” , io ho “Fratelli nella fede” … tu invece sì , dato che scrivi “E’ il libero mercato baby!” a giustificazione di un ricatto perpetuato in Georgia dalle multinazionali alle istituzione rappresentative democratiche. Questa è “la laicità sistema aperto” che ti piace. Questo è un motivo che la “tua religiosità”, al pari di quello degli “& C.” a te solidali sono molto più vicini alla teocrazia musulmana di quanto lasciate ad intendere. Di contro noi cattolici, non abbiamo motivo di proibire nulla perché non temiamo nessun sistema di pensiero e in libertà siamo in grado di dimostrare che la nostra proposta in merito al “senso della vita” è preferibile mille volte a qualsiasi cosa riuscite a concepire con stuoli di esperti ingiuriati “autorevoli “i e paraponzi vari.
Poi tu puoi ricordare tempi passati e valutarli come credi, ma ometti, secondo tradizione subdola, in quali contesti certe posizioni sono maturate. Io ricordo che se a scuola dicevi di essere cattolico potevi essere pestato, soprattutto da quelli che oggi si atteggiano a “laici aperti” e che speravano in paradisi socialisti. Anche qui dislessia concettuale? (ti spiego cosa intendo: elabori concetti e ricordi che ti convengono … gli altri , scartati, per quanto veri, non li vedi).
E infatti “libero mercato baby” era ironico.
Ritengo complicato essere sempre a favore della libera iniziativa praticamente su tutto, sentire come un peso e come un’ingerenza la presenza regolativa dello stato (cioè regole generali della comunità su individui e gruppi particolari), e poi stupirsi quando questi stessi concetti vengano applicati anche all’umano e con le tecnologie biomediche disponibili.
“% C” e “Fratelli nella fede” sono assolutamente equivalenti, ognuno nomina se stesso ed il proprio gruppo di riferimento come preferisce. Il punto non è nominalistico, ma il livello di conformazione al gruppo quale che sia. Io personalmente sono molto poco “& C”, come anche al tempo del “Fratelli” sono stato sempre attento agli schieramenti “in nome e per conto di”. Diffido sempre e di chiunque quando si pone il gruppo, chiamalo pure comunità, prima e sopra l’individuo.
Ricordo molto bene il tempo delle botte: per fortuna, e per scelta, pestare me non è mai stato agevole per nessuno.
Mettila sull’ironia, ma qui non siamo sulle scelte di uno stato di tipo sovietico, ma di uno stato che ha un processo democratico che vede la prepotenza di chi (le multinazionali) cerca di imporgli con ricatto determinate scelte. Tu, anche in questo caso, ti arrampichi sugli specchi, offendi la tua intelligenza e abusi della pazienza di chi ti legge.
Tu che non distingui una patacca chiamata famiglia (alludo ai gai compratori di bambini) con un famiglia vera non mi meraviglia che metti a pari chi mi è “fratello nella fede” con un “& C” allo stesso modo non distingui una amico da un complice. Io rispetto la mia individualità e quella di tutti, non voglio nessuna ,manipolazione educativa statale e/o per mano di esperti-sapienti che ti inculano il giusto modo di “sentire” gli altri . La mia fede che mi impone la l’amare sa che per essere veri in ciò devi essere libero di odiare. Ergo non puoi “imporre” di amare. Ergo … non puoi imporre nessuna morale.
Sei stato fortunato a non essere pestato … ma ti faccio osservare che chi pestava allora oggi sono commutati in ” laici aperti”.