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Due morti a Bruxelles al grido di “Allah Akbar”. «Si rischia il “terrorismo di influenza”»

Di Peppe Rinaldi
17 Ottobre 2023
Il pericolo che chiunque possa “emulare” gli estremisti di Hamas, il traffico di armi nella Striscia di Gaza, le “limitazioni” di Israele. Intervista a Guido Olimpio (Corriere della Sera)
Polizia fuori dal liceo di Arras in cui venerdì è stato ucciso un professore, 13 ottobre 2023 (foto Ansa)
Polizia fuori dal liceo di Arras in cui venerdì è stato ucciso un professore, 13 ottobre 2023 (foto Ansa)

Ieri sera un uomo ha sparato con un kalashnikov nel centro di Bruxelles uccidendo due persone per poi darsi alla fuga. La polizia ha seguito da subito la pista del terrorismo islamico: il responsabile dell’attacco avrebbe infatti urlato «Allah akbar» per poi rivendicare la responsabilità dell’azione con un video postato sui social: «Sono Abdeslam Jilani, mi sono vendicato per i musulmani», ha detto. «Sono un mujahid dello Stato islamico. Amiamo chi ci ama e odiamo chi ci odia. Si vive per la fede e si muore per la fede. Sono pronto a incontrare Dio felice e sereno».

L’attentato di Bruxelles segue quello di Arras, in Francia, in cui venerdì scorso è stato ucciso un insegnante. Dopo l’attacco terroristico di Hamas in Israele il 7 ottobre, «il rischio forte» in Occidente «è il cosiddetto “terrorismo di influenza”». A dirlo a Tempi è uno che il Medio Oriente lo conosce bene perché vi ha lavorato a lungo. Guido Olimpio, inviato del Corriere della Sera, in una chiacchierata con ...

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