
In breve dal mondo
Bambini catalani contro bambini spagnoli: è uno spot
Spagna La Plataforma pro selecciones deportivas catalanas, un ente che promuove la creazione di squadre sportive tutte di catalani, ha emesso sulla tv pubblica della regione catalana uno spot dove si vede un bambino con la maglia rossa della nazionale di calcio spagnola che impedisce a un bambino coi colori della Catalogna di giocare a pallone. Il Partito popolare, attraverso il suo responsabile per la comunicazione Daniel Sirera, ha richiesto all’Ente nazionale dell’audiovisivo di vietare lo spot perché «genera scontro». Il presidente della Piattaforma Xavier Vinyals ha risposto: «una ficción nos permite constatar una realidad incontestable» “una finzione ci permette di constatare una realtà innegabile”.
Sull’Aids “Lancet” sposa l’ideologia anziché la scienza
Inghilterra La rivista medica internazionale Lancet, che ha recentemente pubblicato un articolo nel quale la prevenzione dell’Aids attraverso la promozione dell’astinenza viene criticata come causa di discriminazione e di una diffusione dell’Aids, perché renderebbe più difficile parlare di argomenti legati al sesso, si è rifiutata senza spiegazioni di pubblicare cinque articoli scientifici che spiegavano come astinenza, fedeltà coniugale e riduzione del numero dei partner abbiano avuto un impatto positivo nella riduzione della sieropositività in Africa. Lo denuncia Ted Green, uno degli autori bocciati e uno dei più famosi esperti internazionali di lotta all’Aids. Green denuncia pure che l’attivista citata nell’articolo di Lancet è stipendiata dal Center for gender equality di Takoma Park negli Usa, un’organizzazione femminista priva di esperienza nel campo dell’Aids. «Un giorno Lancet guarderà dietro di sé e si sentirà molto imbarazzato per il modo in cui ha permesso alla politica e all’ideologia di ingannare la scienza».
Niente nomi cristiani per i cristiani azeri
Azerbaigian Nato il 18 giugno scorso in una famiglia cristiana battista dell’Azerbaigian settentrionale, Ilya Eyvazov, neonato di tre mesi, è ancora ufficialmente privo di nome: le autorità della città di Aliabad si sono rifiutate di rilasciare il certificato di nascita al padre che ne faceva richiesta a causa dell’origine cristiana del nome (equivalente al nostro “Elìa”). A tal proposito il pastore Shabanov dichiara che i membri della sua comunità sono costantemente convocati dalla polizia per rispondere a domande sulle loro attività religiose. Zaul Balayev, un altro pastore, afferma che le autorità hanno opposto lo stesso rifiuto ad almeno altre
cinque famiglie.
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