
In Brasile, come i pastori di duemila anni fa
Don Vando di S. Paolo del Brasile racconta in una lettera ad un amico gli scampoli di vita nuova che stanno avvenendo a S. Paolo tra i centomila favelados dell’Associazione dei Lavoratori Senza Terra, quelli che avendo smesso di occupare abusivamente la terra su cui vivono, l’hanno comperata mettendo i soldi assieme e si stanno organizzando per darsi assistenza sanitaria, istruzione.
«Una delle cose più importanti che stanno succedendo, e che stanno sconvolgendo il volto dell’Associazione, si legano alla esperienza della Cleuza e alle novità che Cleuza sta introducendo nel “Movimento dei Senza Terra” dopo aver sentito un racconto di don Giussani sulla “Bassa” riferito dal compianto professor Marco Martini. Una donna aveva chiesto loro dei soldi, 2000 lire. Loro glieli avevano dati, ma avevano scoperto che la donna invece di comprare da mangiare per i figli aveva comprato un rossetto, per sé. Quando, scandalizzati, l’avevano riferito a don Giussani lui li aveva rimproverati dicendo: «”Ma chi credete di essere per poter decidere quale è il Mistero di una persona, il suo bisogno profondo? Non capite che con questo gesto questa persona si è sentita per la prima volta ‘donna’?”. A partire da questo fatto Cleuza ha intuito l’importanza di partire dal desiderio per arrivare al desiderio di totalità. I cambiamenti sono stati molti: Cleuza si veste meglio, ha cominciato a fare un controllo alimentare, e tutti se ne sono accorti. Le cose che lei fa le propone a tutti. Per esempio una cosa nuova è che hanno concluso un contratto con una ditta per cui offrono gratuitamente alle donne dei loro quartieri la possibilità di dipingere le unghie. Partire dalle esigenze della persona per poi arrivare al cuore della cosa! Non come strategia, ma come gusto per l’umano».
«L’altra cosa che, soprattutto Marcos, dice di questo periodo è la libertà dal risultato. Cioè che fino ad ora erano assolutamente schiavi dell’esito delle loro iniziative, invece ora hanno capito che tutto sta nelle mani del Signore e che loro fanno tutto quello che possono, ma poi, dipende da Lui. Non sono loro i padroni del movimento popolare, ma sono solo strumenti nelle mani di un Altro. è impressionante questo perché lavorano moltissimo: fanno piú di 30 riunioni alla settimana. E Marcos diceva: sarà che sto facendo tutto quello che posso per rispondere a quello che il Signore mi chiede?…».
Mentre i potenti di destra e di sinistra discutono nel tentativo di liberare il mondo con la politica, con la finanza, con il moralismo dei nuovi farisei, dopo 2000 anni la gente semplice rifà l’esperienza dei pastori e di tanti dopo di loro in tutte le epoche e in tutte le parti del mondo: guardando il Bambino che rinasce per loro in una capanna vive l’inizio di una vita nuova, personale e sociale. A noi la scelta di chi seguire.
* Presidente Fondazione
per la Sussidiarietà
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