Brasile, Battisti torna libero. Napolitano: «Incomprensibile»
Dopo il duplice no da parte del Tribunale Supremo federale del Brasile al ricorso dell’Italia per ottenere l’estradizione di Cesare Battisti, il terrorista è già tornato in libertà come richiesto dal verdetto. Poco dopo la mezzanotte ora locale, insieme ai propri legali Battisti ha lasciato il penitenziario di Papuda, alle porte di Brasilia, dove era rinchiuso da quattro anni.
L’ex militante dei “Proletari armati per il comunismo” non ha rilasciato dichiarazioni: all’uscita dal carcere si è limitato a un cenno di saluto ai sostenitori che lo stavano attendendo. Stando alla difesa, Battisti intende adesso chiedere un visto permanente di soggiorno per continuare a vivere in Brasile, dove era arrivato nel 2004 dalla Francia, questa volta da uomo libero.
Dal Colle il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano definisce «incomprensibile» e «deplorevole» la scelta dei giudici brasiliani, «che contrasta con gli storici rapporti di consanguineità e amicizia tra i due paesi» e che non ha fondamento di alcun tipo se non sull’assunto quasi offensivo che in Italia lo stato di diritto non sia pieno. Più di una volta in passato, Napolitano si è speso in prima persona per un accordo con il Brasile che lo scorso dicembre si era espresso con un primo no. Ora «non resta che confidare in una seria considerazione, nelle competenti sedi brasiliane, delle nuove istanze che saranno prodotte dalle autorità italiane» e rivolge un pensiero addolorato alle vittime dei crimini di Battisti come di tutte le vittime del terrorismo.
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ha appreso con «vivo rammarico» il verdetto che «non tiene conto delle legittime aspettative di giustizia del popolo italiano e dei familiari delle vittime di Battisti». L’Italia «continuerà la sua azione e attiverà le opportune istanze giurisdizionali per assicurare il rispetto degli accordi internazionali che vincolano due paesi accomunati da legami storici di amicizia e solidarietà». Il ministro degli Esteri Franco Frattini, attraverso un comunicato della Farnesina «prende atto con profondo rammarico della decisione che ha permesso la scarcerazione» di Battisti. L’Italia intende comunque attivare immediatamente ogni ulteriore possibile meccanismo di tutela giurisdizionale presso le competenti istituzioni multilaterali, e in particolare presso la Corte internazionale di giustizia dell’Aja, per perseguire la revisione di una decisione che non si ritiene coerente con i principi generali del diritto e con gli obblighi previsti dal diritto internazionale.
«La valutazione del Tribunale Supremo brasiliano è fondata su un presunto attacco al principio di sovranità del presidente di quello Stato che decise di non procedere all’estradizione del terrorista Battisti, perché sarebbe stato esposto in Italia a grave pericolo per la sua incolumità personale». Lo afferma in una nota, il ministro della Giustizia Angelino Alfano entrando nel merito della sentenza definita «un vero e proprio attacco al principio di sovranità dello Stato italiano» per cui «Cesare Battisti è un assassino e deve scontare una condanna adeguata rispetto a quanto commesso, per onorare la memoria delle vittime del terrorismo nel rispetto dei loro familiari e dell’intero Paese. In quest’ottica, faremo tutto quanto in nostro potere per riportarlo in Italia».
Lo sdegno dei famigliari delle vittime è tutto nelle parole di Maurizio Campagna, fratello di Andrea, assassinato da Cesare Battisti nel ’79: la decisione sulla liberazione di Battisti lascia «molto rammarico, l’ultima valutazione del tribunale ci aveva dato ragione» ma è importante che l’Italia «vada avanti, perché Battisti è un delinquente, un assassino, un terrorista, di ex non ha nulla». Nonostante le dure condanne della maggioranza, l’opposizione polemizza giudicando colpevole della scarcerazione la «poca credibilità» del governo Berlusconi che «avrebbe avuto momenti di incertezza» secondo il presidente del Pd Rosy Bindi.
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