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Bollino blu anti evasione? «No, “sole rosso” a chi vuole pagare l’Iva sulle fatture dei professionisti»

Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate, ha proposto «pubblici attestati di riconoscimento di correttezza fiscale agli esercizi commerciali che risultano in regola». Risponde a tempi.it Mauro Toffetti (Confersercenti Milano): «Fissiamo un sole rosso sulle porte degli appartamenti di chi vuole pagare l’Iva sulle fatture dei professionisti».

Carlo Candiani
12/03/2012 - 17:32
Interni
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«Vedremo a quali condizioni l’Agenzia potrà impegnarsi a rilasciare pubblici attestati di riconoscimento di correttezza fiscale agli esercizi commerciali risultati in regola al controllo degli obblighi tributari. Attestati che gli interessati potranno affiggere all’ingresso dei loro esercizi». Così parlò Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate, durante un convegno venerdì scorso alla Pontificia Università Lateranense. È una battuta o un progetto concreto? «Mi sembra una proposta un po’ esagerata» risponde a tempi.it Mauro Toffetti, presidente della sezione milanese di Confersercenti. «Noi per sdrammatizzare stiamo proponendo l’istituzione di un sole rosso da fissare sulle porte degli appartamenti di tutti coloro che sono ben disposti a pagare l’Iva sulle fatture dei professionisti e non sono i primi a chiedere di essere scontati, perché loro l’Iva non la possono scaricare. Perché bisognerebbe capire chi è il criminale in prima battuta: quello che propone di non pagare l’Iva o chi, temendo di perdere la commessa, accetta il compromesso?».

Befera sta esagerando?
Se si hanno delle risorse, bisogna investirle interamente nella caccia all’evasione. Io, personalmente, sono addirittura contrario agli studi di settore. Per me, il
bilancio dovrebbe essere l’unico strumento per rispondere alle verifiche.

Le aziende non pagano le tasse perché sono troppo alte?
C’è un tema etico al quale non ci si deve sottrarre. Befera sta facendo egregiamente il suo lavoro e sta proponendo delle soluzioni: il problema è che c’è uno Stato che chiede più del 50 per cento alle aziende in termini di tassazione. Anzi, tra tasse dirette e indirette, i cittadini e le aziende vanno a pagare cifre che si avvicinano al 60 per cento. Ora, la domanda ce la dobbiamo porre tutti: è etico tutto ciò? Quindi, è vero che se tutti pagassero, ci sarebbe miglior distribuzione di risorse con un risparmio in termini di tassazione. Per cui bisogna combattere l’evasione in modo serio e strutturato. L’Agenzia delle Entrate però deve essere in grado anche di ascoltare i problemi dei cittadini, di mediare e negoziare, quando il cittadino onesto si trovi in difficoltà nei confronti dello Stato. Il secondo punto che bisogna sviluppare, però, è come contrastare interessi differenti: è impossibile non pensare, per esempio, di poter scaricare l’utilizzo delle gomme di un agente di commercio o l’Iva sulle accise: ci sono una marea di possibili ritocchi che renderebbero ancor più virtuoso il sistema.

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Come una pubblica amministrazione che paga in orario le aziende?
Giusto. Il governo ha fatto bene a rendere disponibili un po’ di risorse, affinché questi mancati pagamenti possano risolversi. Bisogna evitare gli strangolamenti delle attività in modo da non consegnare molti lavoratori agli usurai.

Tags: attilio beferaconfesercentiguardia di finanzamauro toffetti
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