Bloomberg, Reuters e Murdoch: tutti pronti a papparsi il Financial Times
Pearson vende il Financial Times: meglio puntare sui sussidiari e i corsi di aggiornamento professionale che non sull’informazione economica. A svelare l’indiscrezione è stata l’agenzia Bloomberg, che è tra i possibili acquirenti del più famoso quotidiano di informazione finanziaria. In corsa per l’acquisto della testata ci sarebbero anche il gruppo Thomson Reuters e Rupert Murdoch, già proprietario del Wall Street Journal. La vendita potrebbe avvenire già entro fine anno e il prezzo oscillerà presumibilmente tra il miliardo e i due di sterline. Ma nella trattativa non è escluso che possano spuntate anche gruppi mediorientali o russi.
NON E’ UNA NOVITA’. Le voci su di una possibile vendita del Ft Group circolavano già da tempo, almeno da quando Marjorie Scardino, amministratrice delegata di Pearson da 16 anni, aveva detto che, «per vendere il Financial Times si dovrà passare prima sul mio cadavere». Motivo per cui nessuno aveva pensato finora alla possibilità che la vendita potesse avvenire prima del passaggio di consegne al nuovo ad John Fallon, in programma per gennaio 2013. Ma ora le cose sono cambiate e pare che ci siano le premesse per chiudere in anticipo l’operazione. Anche Fallon, del resto, ha commentato le voci dicendo che il quotidiano è «molto apprezzato sul mercato ed è una delle parti di valore maggiore della Pearson».
LAVORI IN CORSO. Gli analisti, inoltre, secondo Bloomberg, leggono la recente decisione della Pearson di fondere la Penguin, uno degli asset più importanti del gruppo, con Random House al fine di creare la più grande casa editrice del mondo, come un segnale chiaro della volontà del gruppo di non assistere con passività alla crisi mondiale dell’editoria e ai cambiamenti tecnologici in corso. Motivo per cui anche un’eventuale rinuncia all’informazione economico-finanziaria, e quindi al Financial Times, ma non solo perché il gruppo possiede anche il 50 per cento dell’Economist, non appare come totalmente impossibile. Anzi, la decisione sarebbe in linea con la volontà del gruppo di scommettere tutto su libri e software sia per l’istruzione sia per la formazione professionale.
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