(…) Non so se avete notato la coreografia. I giudici della Cassazione hanno violato tutti i protocolli, hanno chiamato i giornalisti ad assistere allo show, hanno alimentato ore e ore di diretta televisiva all’americana. Perché lo hanno fatto? Per dare visibilità e per spettacolarizzare la sentenza e la propria affermazione di potere. Alla Cassazione non è sfuggito il fatto che la condanna di Berlusconi – assolutamente discutibile sul piano giuridico – rappresentava anche sul piano simbolico la sconfitta e l’umiliazione della politica. E non hanno voluto in nessun modo nascondere questo aspetto. Da oggi il potere della magistratura non ha più nemici. La Procura di Milano potrà decidere i termini della carcerazione domiciliare di Berlusconi, impedirgli o no di avere colloqui politici, di parlare la telefono, di fare interviste o dichiarazioni. Lo hanno tecnicamente e fisicamente nelle loro mani. Per la destra è una sconfitta storica e devastante. E la sinistra non avrà altra scelta che allinearsi ai Travaglio, ai Flores e ai sacerdoti della magistratura , inchinarsi, e perderà qualunque autonomia e i suoi nuovi poteri saranno tutti – come si diceva una volta – “per graziosa concessione del re”.
E già: c’è un nuovo re, a 65 anni dal referendum che sconfisse Umberto, e questo nuovo monarca è il potere giudiziario. Il quale, al suo interno, ha visto l’ascesa e poi la completa vittoria della sua componente – come dire – ”religiosa”. Composta da quei magistrati che profondamente e in buona fede ritengono di avere avuto un mandato da Dio: punire Berlusconi. Di questa visione “sacra” della giustizia terrena, nessuno in questi anni si è reso conto. Lo stesso Berlusconi è stato convinto di potersi giocare sul tavolo della politica la sua partita con i giudici. Era convinto che la Magistratura avesse un disegno, e che si poteva smontare questo disegno. Ma la magistratura non aveva nessun disegno: aveva una missione, una “visione” superiore, una spinta talebana, che non può essere contenuta con nessuna battaglia politica.
Piero Sansonetti, “Sentenza Mediaset, è monarchia giudiziaria. Magistratura talebana stende Silvio e la politica”, tratto da Gli altri, la sinistra quotidiana