
Caro direttore, hai avuto un bel coraggio a consolare Amicone mettendogli sotto gli occhi il ricordo di Formigoni. Io, veramente, alzerei il tono perché credo di essere uno dei pochi friulani che lunedì scorso 20 settembre ha saputo alle 6 di mattina di una “scossa speciale” su una scala fin qui sconosciuta. Trovate voi il nome da dargli, si tratterebbe di una scala per misurare il livello attuale di una Fede millenaria.
Quella mattina prendendo il Messaggero Veneto, l’occhio è colpito da una fotografia collocata in prima pagina in modo inconsueto, come per una fretta che non dà modo di collocarla bene. Nessun commento, solo la sua descrizione: è la posa per ricordare la benedizione dell’edificio scolastico appena restaurato a Precenicco. È una foto scolastica che più scolastica non si potrebbe: le autorità schierate in fila gerarchicamente ordinate, gli 80 piccoli ordinatamente seduti sul prato; il commento alla foto ricorda solo che la maestra interviene a proibire la recita del “Padre nostro” perché urterebbe la sensibilità religiosa di alcuni alunni. Lascia tutti di stucco… ad oggi si registra solo un sollecito intervento a silenziare l’episodio. Quella foto della scala sconosciuta mi ha stordito più delle “tuonate” della Mercalli o della Richter.
Ha ragione il nostro direttore di pensare all’amico Amicone come a una specie di eroe che si batte per tenere viva la sua causa. Ed è questo che stupisce e perfino oggi fa meraviglia tanto sia insolito vederlo nei politici. Sempre più si alza l’impressione che i cristiani muoiano dalla voglia di seppellire la “fede stravecchia”. Come sono lontani i tempi nei quali il Signore non si faceva scrupolo di torchiare il suo profeta perché rendesse chiara la linea di vita da proporre al suo popolo (nemico compreso).
Non sto sognando il ritorno di quei tempi! Però qualcuno ha detto che oggi occorrono i “santi”. Mi dicono: “Ma secondo te si può riprodurre rarissima specie umana?”. Dico: “Ti sembra che abbia voglia di perdermi in una discussione senza costrutto?”. Diamo una semplice immagine a ciò che accade tra noi: sono migliaia i “fogli cattolici”, giornali, giornaletti, bollettini parrocchiali, opuscoli periodici, ecc… che scorrono come ruscelli finendo “in modo anonimo” se va bene in un corso d’acqua. Anche se è evidente che cercano di mantenere vicina “una clientela” per sopravvivere, possiamo concedere loro anche di avere l’intenzione “di diffondere la parola di Dio”.
Bisogna però riconoscere che non è quello il “seminare” del seminatore evangelico. Cosa ci vorrebbe, invece, per somigliare proprio a quello? Per amor del cielo, non pensiamo ad una commissione o cose simili; piuttosto ad una paginetta su tutti i fogli, tutti i mesi gli stessi giorni, che rechi un aiuto alla riflessione su un punto della dottrina sociale della Chiesa curato da due o tre teste pensanti concordemente.
Prima di ridere, leggete il capitolo 17 di Esodo (vv. 10-14). È il ricordo di una battaglia vinta come per scherzo: la vittoria infatti dipendeva dal riuscire a tenere alte le braccia di Mosè che recava in mano “il bastone di Dio”, perché braccia in alto significa vittoria, braccia cadenti per la stanchezza invece sconfitta.