Cifre da record per Falce e carrello. Performance da autore pop per l’imprenditore Bernardo Caprotti, abile a vendere come il pane un libro sincero ed urticante che racconta dello strapotere dell’universo Coop. Il numero uno di Esselunga – realtà che nel 2006 ha realizzato un fatturato di 4,92 miliardi di euro, con un utile netto di 179 milioni di euro e una presenza in Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, Veneto e Liguria – ha messo nero su bianco una sfilza di fatti che spiegano bene degli intralci subiti dall’insegna principe dei supermercati italiani ad opera del gigante rosso. Non appena ha provato a muoversi in territori insidiosi, e il riferimento alla via Emilia non è casuale, immediato calava l’ostracismo del colosso, ad esempio attraverso aste totalmente fuori mercato. Naturalmente la ragione degli stop era tutta politico-economica. Poteva Esselunga allargarsi in quel di Modena? Coop Estense non poteva consentirlo. O a Bologna allorché Caprotti voleva acquisire un’area di un’ex fabbrica per farci un supermercato. Nel corso degli scavi emersero reperti archeologici risalenti all’epoca etrusca. Tutto bloccato. Si provò a ragionare per non annullare la messa in opera. Ma la buona volontà di Esselunga non fu apprezzata né dal Comune, né dalla sovrintendenza. Di lì a breve Coop Adriatica acquistò l’area per farne un centro commerciale. Alla faccia di Caprotti e degli etruschi. Problemi pure in Toscana con Unicoop Firenze e in Liguria con Coop Liguria. Elencati con puntuale pignoleria nel j’accuse. Dove Caprotti ricorda anche della sua educazione. Del papà visceralmente antifascista. Della sua Brianza e di quando durante la guerra a casa sua si ascoltava Radio Londra. «Con l’orecchio incollato a Radio Londra nacque la mia prima avversione verso i comunisti: lì drammaticamente seguimmo la tragedia della rivolta di Varsavia». Poi nei tempi moderni, da imprenditore capace e pieno d’entusiasmo ha scoperto la Cgil, gli scioperi violenti e mille altre insidie. Come la voglia della Coop di comperarsi Esselunga. Insomma, un libro che fila via tutto d’un fiato quasi fosse una spy story. Falce e carrello ne vale la spesa.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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Emanuele Boffi