Benedetto XVI in condizioni «gravi ma stabili». Preghiere per lui da tutto il mondo
Ha ricevuto un’accoglienza planetaria l’appello di papa Francesco a pregare per il suo predecessore Benedetto XVI, le cui condizioni di salute – come ha confermato il direttore della Sala stampa vaticana Matteo Bruni – si sono gravemente deteriorate nei giorni precedenti il Natale a causa dell’«avanzare dell’età». Una risposta «pronta e commossa», racconta Vatican News, che ha visto partecipare, anche con comunicati e tweet, «Conferenze episcopali, capi delle diverse Chiese e autorità civili di diverse parti del mondo».
«Vorrei chiedere a tutti voi una preghiera speciale per il Papa emerito Benedetto, che nel silenzio sta sostenendo la Chiesa», ha detto ieri Francesco al termine dell’udienza generale. «Ricordarlo, è molto ammalato, chiedendo al Signore che lo consoli, che lo sostenga in questa testimonianza di amore alla Chiesa, fino alla fine». Parole che hanno destato preoccupazione e dimostrazioni di vicinanza ovunque.
Nel frattempo il Papa emerito, nel Monastero Mater Ecclesiae dove vive da quando ha rinunciato al soglio petrino, «ha trascorso la notte continuamente sotto il controllo dei medici e il monitoraggio proseguirà nelle prossime ore», riporta oggi l’agenzia Ansa, le cui fonti riferiscono che «la sua situazione non è cambiata rispetto a ieri», e che Benedetto XVI «si trova in condizioni di salute gravi ma stabili».
Prima ad associarsi all’appello del Papa è stata la Conferenza episcopale italiana per bocca del suo presidente, il cardinale arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi, subito seguita dalla diocesi di Roma.
La dichiarazione del card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della #CEI, dopo l’invito di questa mattina di #PapaFrancesco a pregare per #BenedettoXVI pic.twitter.com/lYtQ8HT71G
— @CEI (@UCSCEI) December 28, 2022
Ma come detto la preghiera per papa Ratzinger è diventata rapidamente «corale» e globale. Monsignor Georg Bätzing, vescovo di Limburgo e presidente della Conferenza episcopale tedesca, ha voluto letteralmente scrivere e diffondere la sua personale «speciale preghiera» sollecitata dal Santo Padre. Lo stesso hanno fatto i vescovi degli Stati Uniti e il Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), insieme alle Conferenze episcopali di Cile, Perù, Costa Rica e Colombia.
#Bischof Bätzing, Vorsitzender der Deutschen Bischofskonferenz, drückt seine Verbundenheit mit #Papst em. Benedikt XVI. in folgendem #Gebet aus, das er selbst verfasst hat: https://t.co/E7zageX5s4
— Deutsche Bischofskonferenz – offizieller Account (@dbk_online) December 28, 2022
I tweet in risposta all’appello del Papa poi sono talmente numerosi che sarebbe impossibile elencarli tutti. Vatican News segnala tra gli altri quelli di monsignor Eric de Moulins-Beaufort, arcivescovo di Reims e presidente della Conferenza episcopale francese, del cardinale Blase J. Cupich, arcivescovo di Chicago, del cardinale Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster, del cardinale arcivescovo di Vienna Christoph Schönborn e del cardinale Timothy Michael Dolan, arcivescovo metropolita di New York.
Please join us in praying for his holiness, Pope-Emeritus Benedict XVI pic.twitter.com/rXuTjHhVMN
— U.S. Conference of Catholic Bishops (@USCCB) December 28, 2022
Il sito di informazione vaticana sottolinea poi la partecipazione della Chiesa armeno cattolica, con un comunicato in cui il Patriarca di Cilicia Raphael Bedros XXI invita «tutte le chiese e le parrocchie armene cattoliche ad unirsi in preghiera chiedendo a Dio Misericordioso di sostenere il Papa Emerito Benedetto XVI, nella sua sofferenza e nella esemplare testimonianza di amore alla Chiesa». E quella del capo della Chiesa greco-cattolica ucraina Sviatoslav Shevchuk, che ricorda l’incontro personale che ha avuto con il Papa emerito nel monastero Mater Ecclesiae lo scorso 10 novembre, durante la sua visita a Roma. In quell’occasione, afferma Shevchuk, il Papa emerito si era dimostrato «incredibilmente lucido, informato e sollecito riguardo la situazione in Ucraina, e aveva garantito le sue preghiere per il popolo ucraino».
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