Basta harakiri: esportiamo il modello Loris Brunetta

Ha sentito cosa è andato a raccontare in Spagna Romano Prodi? Che in Italia i giornali sono tutti contro di lui. Non ci posso credere.
Fausto Grandi via internet
Nemmeno noi.

Se, come lascia intendere il governo, chi protesta contro la Finanziaria non può non essere un evasore fiscale, com’è che Prodi, Visco e Padoa-Schioppa sono voci che gridano nel deserto e non trovano uno straccio di solidarietà nemmeno dai loro amiconi di Economist?
Paolo Graldi via internet
Un momento. Dopo i nonni di Repubblica, pure gli zii dell’Istat han cercato di dare una manina al governo. Peccato che siano cascati male. Perché dire, cito dall’Ansa del 12 ottobre, che «la crescita del Pil nella prima metà del 2006 (cioè sotto il governo Berlusconi, ndr) è stata superiore al recente passato e ha riavvicinato la situazione italiana all’area euro», è solo un gran dispiacere che si fa a un centrosinistra che raccontava di un’Italia alla fame. E poi dire, cito sempre dall’Ansa, che «la norma sul Tfr potrebbe avere un impatto sul deficit e gli interventi in campo sociale daranno circa 100 euro l’anno a famiglia, con vantaggi a 16 milioni di nuclei familiari», ci vuole proprio il genio dell’Istat. Perché rubricare il Tfr scippato ai lavoratori nella voce “entrate dello Stato” lo capisce anche un bambino che un impatto sul deficit ce l’ha (l’Economist ha parlato di «trucco contabile»). E i 100 euro da spendere in più? Sicuro che ne trarranno vantaggi 16 milioni di famiglie? Mah. Così, a occhio e croce, a me le proteste dei sindaci dicono che quei cento euri non basteranno a pagare nemmeno i rincari dell’Ici, delle tasse comunali, dei bolli auto e di tutte le altre tasse indirette di cui questa Finanziaria è madre.

Ho letto Magdi Allam, la storia della moschea che i frati francescani vogliono aiutare a costruire a Genova. Ma i nostri bravi fraticelli non potrebbero fare un altro sforzo ecumenico? Chessò, suggerire all’Ucoii di dedicare la nuova moschea ligure al grande Saladino e agli altri ottimi condottieri islamici che martirizzarono i seguaci di san Francesco da Gerusalemme al Marocco, da Valencia all’Andalusia? (.) Avanti con l’harakiri, “cattolici adulti”!
Andrea Zandonà via internet
E poi, dicono niente i risvolti comici di questo harakiri? Gliene racconto un paio. Prenda proprio questa Ucoii di Hamza Piccardo, che un giorno viene messa fuorigioco in tv e sui giornali per le sparate antisemite, il giorno dopo la chiamano in tv e sui giornali ad arbitrare la partita tra il Papa di Ratisbona e il resto del mondo; un giorno Giuliano Amato congela la poltrona di Piccardo alla Consulta islamica, l’altro gli fa sapere che ha da passà a’ nuttata. Prenda Abu Shwaima, la cui intervista a Tempi (qui a pagina 36) è stata correttamente anticipata da Magdi Allam sul Corriere della Sera di lunedì 16 ottobre. Intervistato nello stesso giorno dal Tg5, l’imam di Segrate ha negato di aver detto quello che ha detto alla sua correligionaria e nostra brava collaboratrice Michelle Nouri. Il loro programma è islamizzare l’Italia (e un po’ lo dicono, un po’ lo negano, intanto lo fanno). Il nostro qual è?

Le circostanze particolari che lo scorso anno hanno fatto coincidere le nostre strade e la presa di contatto con una realtà fino ad allora poco conosciuta mi hanno fatto molto riflettere sull’uso che facciamo del tempo che ci è dato. La conoscenza con persone di grande spessore morale che vivono la propria esperienza di cristiani in maniera così intensa ma strettamente ancorata alla vita vissuta, non accettando compromessi alla testimonianza della realtà, mi ha permesso di scoprire un mondo con cui, inconsapevolmente, già condividevo molto. Nell’occasione del nostro incontro ci ha accomunato la voglia e la necessità di testimoniare la verità, la voglia di creare nella gente, magari distratta o disinformata, un po’ di quella cosa che si chiama coscienza che ormai troppo spesso manca nella nostra vita, che dimentichiamo di considerare per quello che è, e cioè un dono. Così, il Meeting di Rimini, coloratissimo e affollatissimo, ricco di incontri e conferenze di grande interesse, non ha fatto che consolidare in me la convinzione che sia indispensabile non solo continuare a vivere questa esperienza di fraternità ma anche quella di non permettere che il molto lavoro svolto lo scorso anno in occasione del referendum sulla procreazione assistita vada perduto. Ovviamente il riferimento è ai molti passi indietro effettuati in questi pochi mesi dall’attuale governo in tema di difesa della vita, prima con il ritiro della firma italiana alla dichiarazione etica che impediva lo stanziamento di fondi europei per la sperimentazione sulle cellule staminali embrionali, poi con la nomina di una “vivace” esponente dell’estrema sinistra per una revisione della legge 40, difesa con il non voto consapevole da oltre il 70 per cento degli italiani. Anche io come malato oggi mi rendo conto che il problema sta nel tipo di formazione e di educazione che la scuola e l’università sono capaci di dare. Anzi, nel merito credo si renda indispensabile sottolineare una grande intuizione di don Giussani, così mirabilmente descritta nel Rischio Educativo. Se non riusciremo in futuro a trasmettere l’importanza della formazione e dell’educazione, cambiando radicalmente quanto si propone oggi alle nuove generazioni sempre più attratte da queste sciagurate forme di relativismo, come potremo mai pensare che «la ragione esigenza di infinito culmini nel sospiro che questo infinito si manifesti»?
Loris Brunetta Genova
Il nostro programma è: uno, dieci, cento, mille Loris Brunetta.

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