Banane e zucche, scimmie e pecoroni. L’anti-razzismo da tastiera è alla frutta

Di Emmanuele Michela
30 Aprile 2014
Il geniale gesto di Dani Alves rovinato da quelli "bravi a fare la guerra al razzismo" che solo ora si sono accorti di essere finiti in un grande spot con preservativi e magliette

Dani_alves_bananaSiamo tutti scimmie, e anche un po’ pecoroni. Sono bastati due giorni perché mezzo mondo s’accodasse a parlare del gesto del terzino del Barcellona Dani Alves, che ha sbeffeggiato un tifoso razzista del Villareal, raccogliendo e mangiando la banana che gli era stata lanciata per scherno. Il frutto è diventato virale, simbolo della lotta alle discriminazioni nel calcio, condiviso su Twitter e Facebook da chiunque: sportivi sì, ma anche gente che con il rettangolo verde c’entra poco, da Matteo Renzi a Raffaella Carrà, da Rossella Brescia a Claudia Pandolfi. Finché alla frutta non ci siamo arrivati davvero quando poi alla tendenza si sono accodate anche varie aziende, dalla Chiquita alla Durex, cui «le banane sono sempre piaciute».

INDIGNAZIONE DA TWITTER. È il tam tam delle campagne web, nauseante quanto basta nel trasformare una protesta in moda, a maggior ragione se dietro c’è una buona causa per cui combattere, ovviamente seduti davanti al pc, mica scendendo in piazza. Un hashtag mette a posto le coscienze, 140 caratteri sono sufficienti per fare la battaglia. Scrivi, premi invio e il gioco è fatto: un susseguirsi di immagini buone per fotogallery e pagine di giornale, un inno alla lotta al razzismo o forse, ancor di più, un narcisista elogio a “noi che siamo bravi a fare la lotta al razzismo”. E via con le convinzioni che adesso la nostra società è un po’ più sensibile e giusta, meno opprimente verso chi è diverso.

neymar_banana_dani_alvesCAMPAGNA DI MARKETING. Il gioco pareva funzionare. Finché ieri alcuni giornali hanno rivelato che dietro la campagna ci sarebbe un’agenzia pubblicitaria brasiliana. La stessa che segue i diritti di immagine di Neymar, guarda caso uno dei giocatori più popolari del momento, guarda caso compagno di Dani Alves al Barcellona, guarda caso uno dei primi a farsi fotografare con la banana. Sarebbe stata, insomma, un’iniziativa di marketing progettata da qualche settimana. L’intento era comunque dei più nobili: replicare agli episodi di razzismo che si vedono negli stadi. Associato a questo, però, provare a vendere anche qualche maglietta, e magari fare un po’ di pubblicità in più a Neymar e soci.

«NON SIAMO TUTTI STUPIDI». «È un’azione che vale più di mille parole», è stato il commento del pubblicitario Guga Ketzer al gesto di Dani Alves: la sua società, Loducca, è proprio quella che ha coordinato in Brasile le operazioni pubblicitarie che hanno fatto seguito alla partita di domenica. Avevano pronta la campagna con la banana: prima o poi il frutto sarebbe volato in testa a Neymar durante una partita, è successo prima al suo compagno e loro non si sono fatti trovare impreparati. Uno stock di t-shirt con il messaggio “Somos todos macacos” era già uscito dalle fabbriche (da vendere a 25 euro l’una, mica noccioline). Ormai essere “anti” è diventata un’ottima professione, che rende mica male, spinta dall’indignazione da pc di chi le battaglie le combatte sui social network. Oggi più o meno tutti i giornali hanno riportato la notizia, e su Twitter è partita una nuova campagna del solito «popolo del web»: #NaoSomosTodosOtarios (“non siamo tutti stupidi”). Un hashtag su cui però qualche dubbio viene. Forse, più che con una banana, bisognava farsi fotografare con una zucca. Vuota.

@LeleMichela

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10 commenti

  1. Raider

    Quindi, se uno è cristiano non può opporsi a nozze e adozioni gay e siccome i cristiani si oppongono, sono nemici giurati della Ue e dell’umanità; non può opporsi all’immigrazione massiccia e incontrollata né può dissentire dal multiculturalismo, per cui tutte le culture sono sullo stesso piano, cioè, no, quella occidentale è la peggiore di tutte (eh, sempre per colpa del Cristianesimo!); non può rifiutare uno dei dogmi – questi sì, da accettare senza fiatare – del politicamente corretto, secondo cui le razze non esistono; ecco, se uno è cristiano deve aderire ciecamente all’ideologia delle magnifiche sorti e progressive. Comuque, cristiano o non cristiano, voglio essere libero di pensare e dire quello che mi pare. Libero, per esempio, di ritenere folle l’idea onusiana e eurocratica secondo cui l’Europa, da qui ai prossimi trentanni, per sopperire al deficit demografico – ce lo spiegheranno i filo-denatalisti sempre così ansiosi che militano nel fronte progressista, come e perchè la denatalità fa così male agli europei – ha bisogno di 150 milioni di immigrati. Quello che accade in questo giorni è un sintomo chiaro di questa follia: Alfano che lancia l’allarme per 600 mila africani pronti a farsi portare da noi dalla nostra flotta militare e Renzi, con la sua aria da scolaretto primo della classe che farà diligentemente i compiti per casa come da agenda scolastica eurocratica, che assicura che no, non c’è problema. E tutti in coro, destra sinistra e centro vecchi e nuovi, a lanciare il programma comune europeista di non governo: dobbiamo accoglierli tutti!

  2. Antonio

    ma quale antirazzismo, questa è la becera xenofilia che va tanto di moda. Guai a pestare per sbaglio un piede ad una persona “diversamente bianca”. Accuse di razzismo, intolleranza ecc ecc. Guardate a cosa ci ha portato questa adorazione del terzo mondo: invasioni incontrollate di straccioni e balordi di ogni tipo. E divieto assoluto di respingimenti e rimpatri…se solo ci si prova casca il cielo. E’la dittatura della negritudine.

    1. filomena

      Vergognati e poi hai ancora il coraggio di definiti cristiano. Sei cristiano solo quando si tratta dei tuoi “simili”, gli altri sono balordi e straccioni. Complimenti sei un “grande” in quanto ad altruismo e generosità. Ah già è vero i neri sono persone adulte non embrioni innocenti!

      1. giovanni

        Filomena, in un vecchio condominio, una decina di anni fa due senegalesi, non so come, hanno acquistato un appartamentino di due locali. Quasi subito, da due sono diventati sei, ora è tutto un via vai ma credo che ci abitano una decina di adulti. Sono anni che non pagano le spese condominiali. Hanno occupato in pianta stabile, con bici, stenditoi, e scatoloni vari, un ampio androne condominiale. Hanno piazzato nel cortile un catorcio di auto con il motore fuso, che potrebbe essere un buon rifugio per i gatti. L’amministratore condominiale viene preso per i fondelli. Se qualcuno timidamente, fa notare le “anomalie”, fingono di non capire, altrimenti ti dicono che sei razzista. Ecco la parolina magica, razzista!!! Situazioni come quella che ho descritto, ce ne sono parecchie. Filomena, se dove abiti tu,non ci sono immigrati, sarei disponibile (con eventuale conguaglio) a fare lo scambio di casa!

        1. Ale

          Ti ricordo che gli italiani da metà ottocento a metà novecento hanno fatto “gli straccioni” in USA, nord Europa ed Australia..e talvolta grazie a gente razzista viveva addirittura nelle stalle o nei pollai..quindi un poco di memoria per evolverci ed essere migliori di gente razzista vissuta nell’altro secolo dovremmo mostrarla, tutti. Per quanto mi riguarda, grazie al mio lavoro, vengo in contatto con tanta gente di tutti i colori di pelle e religione e ne sono proprio felice perché mi sento accresciuta dal contatto con persone diverse da me. I senegalesi poi sono persone educatissime che riescono a sorridere anche quando noi ci metteremmo a piangere. Gli unici con i quali non ho mai interagito sono i cinesi, perché fanno molto comunità, forse, e sono più chiusi di altri. Ricordati che gli Europei hanno sfruttato e continuano a sfruttare l’Africa e se arrivano loro da noi..in parte e’ anche colpa degli europei. Hai mai sentito di terre tolte ai pascoli per produrre bio-carburanti o di miniere gestite da europei?!

          1. giovanni

            Ale, ma ………… !!! Scrivi una litania di frasi fatte e luoghi comuni! I fatti che prima ho elencato, sono “banalità” che vanno a pesare su persone, che vivono già di suo, una condizione abbastanza disagiata. Se tu hai dei sensi di colpa, e ti senti in debito con loro, trova il modo per sdebitarti!!!

          2. Ale

            Io non ho alcun senso di colpa perché tutto viene dal sudore della mia fronte e se sei onesto con te stesso non puoi dire che vivi male per colpa loro ma forse perché vivi in uno Stato dove chi, non ha soldi per farsi una villetta mono o bifamiliare, vive situazioni di disagio e di abbandono. Ma se quanto pagato in tasse tornasse in servizi..forse non avresti questi pensieri. Poi scusa ma ci sono anche italiani disordinati e “caciaroni” che non gli fa un baffo se chiedi loro di non abusare di spazi pubblici condominiali o che scroccano la luce condominiale. Nel mio condominio siamo tutti italiani e ti assicurano non mancano i maleducati che farebbero carte false per “scroccare” agli altri anche i soldi delle lampadine del corridoio. E’ un piccolo condominio per cui ci gestiamo da soli e sapessi quanti “travasi di bile” per la povera condomina che si è presa la briga di gestirci.. Non sono io perché un sano vaffa mi scappa..facilmente di fronte ai furbi. Ma fino ad ora ho avuto solo contatti positivi, in media, con quelli che chiamiamo extracomunitari.

          3. giovanni

            Ale scendi dal pero!! Gli italiani “caciaroni” non mi dicono che sono razzista. Che centra lo stato, se quelli non pagano? Tu sei una di quelle “piove governo ladro”? P.S. Forse hai ragione colpa dello stato!!! Poco ci manca che vanno a prenderli sulle coste africane!

          4. Ale

            Ad una mia conoscente e’ accaduto e dopo aver spiegato che lo spazio condominiale non deve essere abusato come scarico privato le persone in questione hanno rimosso il tutto.. Ci hanno messo un po’ per adeguarsi, perché hanno abitudini diverse dalle nostre..oddio alcuni italiani sono peggio..ma nei casi che conosco lo hanno fatto. Riguardo alle spese condominiali non pagate…quello mi fa incavolare anche me.. .e come ti ho risposto già nell’altro post qualche vaffa mi è scappato. Ma io vivo in un piccolo condominio, non siamo obbligati ad avere un amministratore e non so dirti perché non ci sia una legge che tuteli i condomini onesti da quelli disonesti. Le cose le sistemiamo anche con qualche travaso di bile..e sono italiani

  3. beppe

    resta ancora un posticino dove infilare il delizioso frutto antirazzista. e buon pro gli faccia.

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