![In Aula la legge sulla partecipazione. Malagola: «Credo ancora in un voto bipartisan»](https://www.tempi.it/wp-content/uploads/2025/01/legge-partecipazione-cisl-presentazione-firme-ansa-345x194.jpg)
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Sul Fatto quotidiano è stata pubblicata un’intervista di Beatrice Borromeo ad Antonio Ingroia, leader di Rivoluzione civile. L’intervista ha un titolo forte: “Riciclaggio, Chiesa colpevole e politici complici” e in essa l’ex pm esprime giudizi molto pesanti sulla Chiesa e sulle finanze vaticane. In tutto il colloquio aleggia un’aria di rivelazioni “alla Dan Brown” sui poteri occulti della Chiesa, i suoi maneggi, la copertura dei politici. Ovviamente, Ingroia si presenta come il novello Robin Hood che saprà porre fine a tutto ciò. Ingroia, addirittura, arriva a dire che “lo Ior opera poco in Italia e moltissimo sul circuito internazionale, ma immettere all’estero persino i soldi dell’8 per mille lo trovo inaccettabile”. Ieri, Avvenire, attraverso la penna del suo direttore Marco Tarquinio, è stato altrettanto duro nel denunciare le gravi inesattezze contenute nell’intervista.
Nell’editoriale intitolato “Inciviltà”, Tarquinio scrive che “anche se c’è qualcuno che non lo sa o fa finta di non saperlo, i fondi dell’8 per mille che ogni anno gli italiani liberamente e democraticamente destinano alla Chiesa italiana vanno davvero alla Chiesa italiana e non «al Vaticano»”.
Dopo avere ricordato come funziona l’8 per mille (esiste persino un sito dove tutto è scritto e documentato), Tarquinio affonda il coltello: “Chi legge certi altri giornali – come per esempio il Fatto quotidiano di ieri – può invece ‘scoprire’ in prima pagina e poi in un furente dialogo in forma di intervista tra una collega e Antonio Ingroia – magistrato in aspettativa e candidato premier della lista Rivoluzione civile – che l’8 per mille viene «versato al Vaticano» e «non resta nelle banche italiane», ma finisce «all’estero» per «slealtà bancaria» nonché – testuale, sia pure in forma ipotetica – «per monetizzare fondi di provenienza sospetta». Un delirio di verità mortificate e di vergognose falsità. Il denaro non resta nelle banche italiane e finisce (anche) all’estero, perché effettivamente i fondi destinati dagli italiani alla Chiesa non restano fermi in banca e vengono utilizzati per far vivere e agire la Chiesa italiana e per dare sostegno alla nostra gente, ai nostri poveri e ai poveri del mondo”.
Tarquinio non usa mezzi termini: “E’ un’incredibile e violenta manifestazione di cristianofobia anzi di cattolicofobia che la Chiesa universale venga presentata come una congrega di gente dedita a sporche speculazioni (l’indecente titolo dell’intervista pubblicata dal Fatto , e che non ci risulta sia stato smentito ieri stesso da Ingroia, è: «Riciclaggio, Chiesa colpevole e politici complici»)”.
Tarquinio non risparmia nemmeno il Fatto: “Ingroia, la sua intervistatrice e chi ha titolato e messo in pagina sul Fatto il prodotto del loro colloquio-invettiva invece no. Un cronista può purtroppo non sapere di che cosa parla e scrive, o può scrivere e parlare per sentito dire e per malizia. Non dovrebbe accadere, ma accade ed è un problema serio. Più serio ancora è però il problema posto da un magistrato, cioè da un servitore della giustizia, che per di più è un candidato alla guida del governo e si presenta come ‘nuovo’, che prende lucciole per lanterne e dimostra di non conoscere neanche la legge del suo Stato. Dovrebbe parlare solo a ragion veduta, cioè non sentenziare a sproposito, cioè non ghigliottinare la realtà, e invece… Altro che civile, se questa è la rivoluzione di Ingroia dobbiamo concludere che è desolatamente incivile”.
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io non mi meraviglio di Ingroia, ho 70 anni e nella vita ho sempre visto i comunisti agire in questo modo infamante. Comunisti buoni non ne ho mai visti
Se la competenza professionale di Ingroia – così coraggioso da entrare in politica tenendosi in aspettativa, come magistrato – è pari al livello delle sue dichiarazioni sull’uso dell’otto per mille, immagino che cosa sia stato, o che cosa potrà essere, finire in una sua inchiesta..
E per ciò che riguarda il misFatto quotidiano ( giornalismo a prova di bomba, alla Travaglio..), una bella querela da parte della CEI? Con richiesta di risarcimento, così il Fatto potrà documentare almeno un passaggio di denaro.
Per farne un martire dell’inquisizione?
No, p.f. il dott. Ingroia è il frutto maturo dell’ideologia giacobino-stalinista che ancora oggi imperversa negli ambiti di potere a guida PD.
Consiglio di pubblicare e far conoscere questi frutti a tutti coloro che, ancora oggi, dentro la Chiesa sostengono questa sinistra forcaiola. Che almeno sappiano quello che fanno votando per loro, e poi non si scandalizzino quando i loro figli faranno una brutta fine lottando contro la dittatura che vogliono instaurare.
Anche le bande delle guardie rosse si definivano “avanguardie della rivoluzione”
Che sia diffamazione non c’è dubbio e gli estremi per la denuncia ci sono poi se alcuni magistrati vogliono una volta di più negare la realtà è un problema loro. Noi però dobbiamo rendere testimonianza alla Verità
e chi decide poi sulla denuncia? I compagni di merende di Ingroia?