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Non sia mai detto che ho detto qualcosa

Di Piero Vietti
25 Ottobre 2022
La conseguenza del correttismo morale non è solo la censura, ma l’autocensura. Un libro indaga i guasti dell’ideologia woke
Rolling Stones autocensura
Per evitare contestazioni e polemiche, i Rolling Stones hanno deciso di non eseguire più dal vivo il brano "Brown Sugar" (foto Ansa)

Quante volte ci siamo morsicati la lingua prima di dire in pubblico qualcosa contro il MeToo, le adozioni per le coppie omosessuali, l’immigrazione? Quante volte ci siamo sorpresi a tacere, per non offendere qualcuno dei presenti, per evitare discussioni, per non avere problemi con i colleghi, per restare nel novero dei “giusti”, in fondo per quieto vivere? Il politicamente corretto ha introdotto una nuova morale, che blocca le opinioni “scomode” irridendole e rendendole impresentabili. L’ideologia dei cosiddetti woke, i sedicenti svegli, consapevoli delle discriminazioni in atto nella società, autoproclamatisi alleati delle minoranze e tutori dei diritti, ha imposto un nuovo tipo di censura, diverso ma più ampio e subdolo di quello esercitato un tempo dallo Stato e dalle religioni, prescrivendo nuove forme di autocontrollo che trovano il loro apice nell’autocensura. Lo spiega bene Alessandro Chetta, giornalista e autore di documentari e saggi tra cui Cancel cinema, i film it...

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