Australia, proseguono le ricerche dell’aereo malaysiano scomparso

Di Chiara Rizzo
21 Marzo 2014
Infruttuoso il pattugliamento della zona con gli aerei militari della Royal australian airforce. Intanto nel tratto di oceano indiano in cui sono stati avvistati dei relitti convergono molte navi internazionali

Sono tornati senza aver trovato tracce dei relitti fotrografati dai satelliti i 5 aerei della Royal air force australiana (Raaf) impegnata nella caccia al boeing 777 della Malaysia airlines scomparso l’8 marzo. «Quei reliti che galleggiavano poco tempo fa potrebbero essere affondanti» ha dichiarato il vicepremier australiano Warren. I relitti fotografati dal satellite non erano attribuibili con certezza al boeing, e occorrerebbe un confronto più diretto. Ma le operazioni sono rese molto complicate dalle cattive condizioni meteo di oggi sulla zona dell’oceano indiano al setaccio, che si trova a 2.300 km dalla costa di Perth.

CACCIA AL RELITTO. Gli aerei che impiega la Raaf sono i P8 – A Poseidon, che impiegano 8 ore prima di poter arrivare in zona, e scendere fino a mille piedi di quota (circa 300 metri dalla superfice del mare), per poi impiegare radar di bordo e visori infra-rossi per scandagliare meglio il tratto. Tuttavia l’intervento è stato inutile: intanto, dopo che ieri il premier australiano Tony Abott aveva annunciato la comparsa di due relitti «eventualmente» legati al Boeing, in quell’area dell’oceano indiano vengono convogliate da diversi paesi unità navali. In prima linea è impegnata la Cina che ha già inviato tre navi, che si trovavano nello Stretto di Malacca, più una nave rompighiaccio. Anche la marina militare statunitense Us Navy ha inviato delle unità, così come la Marina malaysiana. Un mercantile norvegese, quello che si troverebbe più vicino al tratto di mare, da ieri è in viaggio per raggiungerlo. L’obiettivo, oltre alla “caccia ai relitti” fotografati dal satellite, è anche la ricerca della fusoliera o delle scatole nere che, se l’aereo fosse ineffetti finito in mare, si potrebbero essere inabissate a centinai di chilometri di distanza. Il tratto di mare localizzato è all’estremita meridionale dell’arco di possibile fuga dell’aereo scomparso, calcolato in base alle ultime coordinate del volo rintracciate la mattina dell’8 marzo alle 8.11.

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