L’Australia cancella la tassa sulle emissioni di Co2. I Verdi si stracciano le vesti ma famiglie e imprese esultano

Di Leone Grotti
18 Luglio 2014
La tassa ha fatto aumentare le bollette di elettricità e gas del 10 e 9 per cento. Per questo il premier Tony Abbott aveva fatto un «patto di sangue» con le famiglie per cancellarla

Aveva fatto un «patto di sangue» in campagna elettorale e ora l’ha rispettato. Il premier conservatore dell’Australia, Tony Abbott, eletto nel settembre del 2013, ha cancellato la tassa strozza-imprese sulle emissioni di carbonio che le costringeva a pagare un’imposta in base alla quantità di Co2 prodotta.

DELUSIONE DEI VERDI. I Verdi e i socialisti si sono stracciati le vesti affermando che «questa nazione si è dissociata da ogni credibile ed efficiente risposta al cambiamento climatico. Le generazioni future rimarranno scioccate quando guarderanno indietro a questi fatti e considereranno il signor Abbott come la persona meno lungimirante e più egoista e mediocre che abbia mai occupato lo scranno di primo ministro».

TASSA ODIATA. Noncuranti dei toni apocalittici utilizzati dall’opposizione, gli imprenditori australiani e, soprattutto, i cittadini esultano. La tassa, diventata il simbolo degli eccessi del governo, è entrata in vigore l’1 luglio 2012, obbligando le principali imprese del paese, tra cui i fornitori di energia, a pagare 18 euro per ogni tonnellata di diossido di carbonio rilasciato nell’atmosfera. Lo scopo del governo era quello di ridurre le emissioni di gas serra del 5 per cento rispetto ai livelli del 200o e di raggiungere una riduzione dell’80 per cento nel 2050.

FAMIGLIE PENALIZZATE. Ma il vecchio governo non è riuscito a toccare il lato green delle aziende, che hanno trasferito il costo della tassa al consumatore. Di conseguenza, le bollette sono rincarate del 10 per cento (elettricità) e del 9 per cento (gas). Il governo, per recuperare consensi, ha deciso di impiegare metà dei proventi della tassa per combattere il cambiamento climatico e l’altra metà per le famiglie più povere.
Tony Abbott, annunciando la sua promessa di cancellare la tassa se eletto, ha denunciato il governo di «prendere i soldi da una tasca per metterli nell’altra», dichiarando che senza l’imposta «le famiglie risparmieranno almeno 383 euro all’anno».

LA GIORNATA PIÙ FREDDA. Dopo un primo tentativo di sopprimere la tassa sul carbonio, respinto dal Senato, Abbott è riuscito a costruire una maggioranza trasversale. Dopo il voto di ieri, il ministro dell’Agricoltura Barnaby Joyce ha dichiarato: «La tassa penalizzava troppo le famiglie. Io credo che il clima stia cambiando ma non penso che si possa combattere con una tassa sui consumi. Per questo sono contento che l’imposta sia stata abbattuta come volevano i cittadini».
Poi si è lasciato andare a una battuta rivolto ai Verdi: «Guardate al clima oggi e guardate come siamo vestiti: nessuno può pensare che faccia troppo caldo». Sabato scorso a Birsbane c’è stata la giornata più fredda dal 1911.

@LeoneGrotti

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8 commenti

  1. Mappo

    Se l’Australia elimina la Carbon Tax qui in Italia ci si potrebbe accontentare di eliminare l’oscena Tobin Tax con buona pace della CEI e dei giornalisti di Avvenire che senza alcuna motivazione logica se ne sono follemente innamorati

  2. Bifocale

    L’Australia ha uno dei più alti tassi di emissioni di carbonio pro-capite al mondo ed è anche un grosso esportatore di gas liquido, altro combustibile fossile. L’altamente impopolare Abbott (ultraconservatore e cattolico, dunque benvoluto da Tempi & dintorni) per cercare di risalire di qualche punto nei sondaggi ha eliminato una tassa che aveva lo scopo principale di disincentivare il ricorso all’uso di centrali a carbone, tra le più inquinanti e dannose, e spingere verso lo sviluppo e utilizzo di energie alternative. Nonostante le vuote retoriche belle parole pro-famiglia il costo ultimo di questo tipo di politiche miopi lo pagheranno i figli e i nipoti di quelle famiglie che l’ipocrita Abbott dice di voler aiutare.

    1. Orazio Pecci

      Signor Bifo., secondo lei “Io credo che il clima stia cambiando” è un’opinione o una dichiarazione di fede?

      Se è un’opinione, potrebbe essere sbagliata (infatti a Brisbane faceva più freddo del solito, non più caldo, e anche qua l’estate è piovosetta). Se è sbagliata, lei amerebbe pagare più tasse per un’opinione?

      Se è una dichiarazione di fede, lei che è ateo amerebbe pagare più tasse per colpa di uno che crede ciecamente in cose inesistenti e indimostrabili?

      1. jens

        Bifocale ha sbagliato a dire “Io credo che il clima sta cambiando”. Non è questione di crederci, è solo questione di osservare. Le osservazioni ci dicono che 250 anni fa il clima era più freddo e che un aumento della temperatura media globale di 2.5 °C in 250 anni non si è mai visto nella storia della terra. Se è vero quello che ci dice la fisica, ie l’aumento di GHGs causa un maggiore assorbimento della radiazione terrestre con conseguente aumento della temperatura media della terra, allora c’è da aspettarsi che in una terra con tante emissioni (ie più gente e più industrie) la temperatura sarà più calda che in una terra con poche emissioni. Di quanto potrà aumentare la temperatura non si sa. Si sa solo che se si aumentano i GHGs la temperatura può solo aumentare. E ne stiamo già osservando gli effetti.

  3. Cisco

    A dar retta ai catastrofisti bisognerebbe tassare le flatulenze di vacche ed elefanti, senza contare il fatto che – se per assurdo fossero verosimili le corbellerie propinateci – il mondo sarebbe già spacciato. Tanto vale pagare meno tasse e godersi il “calduccio”!

    1. Jens

      Senza dar retta ai catastrofisti bisogna comunque prendere atto che una terra con 7 miliardi di persone (e 10 miliardi tra qualche decennio) emette molti più GHGs di una terra con 0.5 miliardi di persone. Sapere esattamente di quanto cambierà la temperatura nei prossimi decenni è impossibile (troppe variabili in gioco con troppe incertezze), tuttavia si può stare certi che se aumentano i GHGs la temperatura media può solo aumentare. Le previsioni dell’IPCC sono solo risultati di possibili scenari. Gli stessi climatologi sono perfettamente consapevoli delle grosse incertezze in gioco. Tuttavia tali risultati non sono da ritenersi del tutto fuori luogo, se è vero che i modelli di clima vengono prima testati sul clima attuale e degli ultimi 250 anni.
      Non si può sapere esattamente di quanto cambierà il clima, però si può dire per certo che se si avanti di questo passo si può solo riscaldare.

  4. francesco taddei

    esempio di come mettere tasse alle imprese significa che poi queste si rifanno sui consumatori.

  5. jens

    Non ha senso mettere una tassa sull’emissione di CO2 alle imprese. Al massimo, se proprio la devi mettere, la devi mettere su ciascun individuo (uomo o animale), in quanto essere vivente che respira.

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