![“Otre nuovo per vino nuovo”. Un’agenda per dare valore alle persone nel lavoro](https://www.tempi.it/wp-content/uploads/2025/01/tempi_20250124190453219_e6abd9b54c56aad25c52b89ffc211b59-1-345x194.jpg)
![“Otre nuovo per vino nuovo”. Un’agenda per dare valore alle persone nel lavoro](https://www.tempi.it/wp-content/uploads/2025/01/tempi_20250124190453219_e6abd9b54c56aad25c52b89ffc211b59-1-345x194.jpg)
Nono articolo della serie di Bjørn Lomborg dedicata agli studi del Copenhagen Consensus su come la comunità internazionale può stabilire “Obiettivi di sviluppo sostenibile” davvero raggiungibili, a differenza dei velleitari 169 obiettivi fissati dall’Onu per il 2030. Le altre uscite della serie sono reperibili qui.
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La maggior parte della gente nel mondo sviluppato non ha motivo di temere di perdere il diritto di vivere nel luogo in cui vive. Se avete un atto di proprietà o un contratto di affitto, è improbabile che domani qualcuno si presenti con un altro pezzo di carta e vi butti fuori. Questa sicurezza comporta che un proprietario possa costruire una cucina sapendo che potrà godersela per decenni, o che potrà aumentare il valore della sua proprietà quando la metterà in vendita. Gli agricoltori saranno liberi di piantare alberi che impiegano anni a maturare, sicuri di non poter essere cacciati dalla loro terra prima che essi portino frutto.
Immaginatevi di non poter essere sicuri di possedere davvero la vostra abitazione. Magari l’anno prossimo potrete continuare a viverci. O magari qualcuno vi butterà fuori. Non solo stareste peggio psicologicamente, ma con ogni probabilità sareste anche molto meno disposti a investire per rendere la vostra casa o la vostra terra dei posti migliori.
Eppure, per la maggioranza delle persone nei paesi in via di sviluppo, godere con sicurezza del diritto di proprietà è un lusso raro. A livello globale, il 70 per cento della popolazione mondiale non ha accesso ad alcun sistema formale di registrazione fondiaria. Uno su cinque, ossia quasi un miliardo di individui, ritiene probabile o molto probabile subire uno sfratto entro i prossimi cinque anni.
Aumentare la sicurezza della proprietà fondiaria è uno dei tanti traguardi che i leader del mondo si impegnarono a realizzare entro il 2030 quando, nel 2015, fissarono gli Obiettivi di sviluppo sostenibile [Sustainable Development Goals, ndt]. Quest’anno saremo giunti a metà del tempo stabilito per quegli obiettivi globali, ma non siamo nemmeno lontanamente arrivati a metà del percorso per compierli. In effetti, malgrado il gran numero di organizzazioni per lo sviluppo dedicate al miglioramento dell’ordinamento fondiario, i progressi fatti sono trascurabili, visto che nessun paese riporta un qualche progresso.
Il mio think tank ha collaborato con alcuni dei migliori economisti del mondo all’individuazione dei modi più efficaci per velocizzare il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile. In uno studio appena pubblicato, l’ex “lead land specialist” della Banca mondiale Frank Byamugisha e i suoi colleghi dimostrano che sviluppare sistemi di registrazione fondiaria migliori può produrre benefici eccezionali.
I ricercatori si sono concentrati sull’Africa subsahariana perché quest’ultima ha la più bassa percentuale di terra ufficialmente mappata e categorizzata dai governi: con appena il 14 per cento, l’Africa subsahariana ha i diritti di proprietà terriera più deboli e i livelli più alti di controversie. Il continente ha anche di gran lunga il maggior numero di adulti che vivono nell’incertezza riguardo alla proprietà della terra, oltre ai costi di registrazione fondiaria più alti al mondo.
Paesi all’avanguardia come il Ruanda hanno dimostrato come sia possibile registrare la terra, digitalizzare le informazioni e offrire mediazione legale per risolvere le inevitabili controversie fondiarie.
Ciononostante, realizzare un sistema più sicuro per la proprietà dei terreni agricoli in Africa richiederebbe uno sforzo enorme, dal momento che l’86 per cento di tutti i terreni rurali del continente non è ancora registrato. Il costo totale si aggirerebbe intorno ai 21,7 miliardi di dollari americani.
I benefici però sarebbero comunque superiori. Quando gli agricoltori sanno che la terra è loro, sono più disposti a fare costosi investimenti per incrementare la produttività nel lungo periodo. Potranno inoltre utilizzare i loro atti di proprietà come collaterali per prendere in prestito denaro per investimenti come attrezzature agricole o espansioni delle loro proprietà.
Purtroppo dall’Africa abbiamo relativamente poche evidenze dirette dell’impatto che questo avrebbe sulla produttività. Significa che i ricercatori devono utilizzare dati provenienti dal resto del mondo, cosa che garantisce un livello inferiore di certezza. Tuttavia le evidenze indicano che i benefici derivanti da una maggiore sicurezza della proprietà fondiaria, attraverso l’incremento della produttività agricola, potrebbero fare aumentare i redditi delle famiglie di quasi 400 miliardi di dollari.
Spendere 21,7 miliardi per realizzare quasi 400 miliardi in benefici è un buonissimo investimento, che garantirebbe 18 dollari in benefici sociali per ogni dollaro speso.
L’opportunità di aumentare la sicurezza della proprietà fondiaria è anche più forte per il quasi mezzo miliardo di persone che vivono nelle aree urbane dell’Africa subsahariana. Oltre un terzo di tutti i lotti di terra urbani non sono registrati, e censire e registrare questi terreni, compresi quelli degli slum, costerebbe ancor meno, 5,2 miliardi di dollari, oltre a predisporre una soluzione per le controversie e a far funzionare il sistema.
Tra l’altro i benefici di un ordinamento fondiario nelle aree urbane sono meglio documentati: gli immobili con una registrazione sicura valgono in media il 25 per cento in più. Nessuna sorpresa: una abitazione vale di più per il semplice fatto che il proprietario ha la certezza finanziaria e psicologica di sapere che è sua. Gli autori della ricerca dimostrano che i benefici di un ordinamento fondiario urbano più sicuro varrebbero dunque circa 160 miliardi di dollari, cioè 30 volte i costi da sostenere.
Allo stato attuale, il mondo è destinato a tradire molte delle promesse più importanti fatte nell’ambito degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, in parte perché questa agenda stabilisce di realizzare tutto nello stesso momento.
Dobbiamo piuttosto dare priorità alle soluzioni più intelligenti. Ritrovarsi totalmente fuori rotta rispetto alle nostre promesse globali può spaventare, ma può anche rappresentare una sana sveglia. C’è urgente bisogno di concentrare gli investimenti sulle soluzioni migliori. Migliorare la sicurezza delle proprietà urbane, che a costi ridotti consentirebbe a centinaia di milioni di persone di stare meglio, è uno di questi investimenti. Capita solo raramente che sia offerta al mondo un’opportunità tale da produrre fino a 30 dollari di benefici sociali per ogni dollaro investito. Dovremmo approfittarne!
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